Pagina:Bianchi-Giovini - Biografia di Frà Paolo Sarpi, vol.2, Zurigo, 1847.djvu/76

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68 capo xix.

lo da’ pirati o tenerne lontano i Turchi, conviene confessare che la sua pretesa era ragionevole. Ma era nata e durava già da più anni una peste che intenebrava l’Adriatico e ne interrompeva la sicurezza e il traffico. Alcuni profughi noti col nome di Uscocchi, pirati arditissimi e crudelissimi se mai ve ne furono, cacciati dai Turchi, si erano ricoverati in Segna, terra sull’Adriatico che apparteneva all’arciduca d’Austria duca di Carinzia, e di là partendo, colle loro uccisioni e rapine travagliavano i naviganti. Da prima furono scopo de’ loro risentimenti i soli Turchi; ma questi richiamandosi fieramente a Venezia, la Repubblica per tema di romperla con quel potente e pericoloso vicino ordinò a’ suoi navili che facessero man bassa su quanti Uscocchi li capitavano; e gli Uscocchi a vendetta assaltavano i carichi mercantili de’ Veneziani, si buttavano sulle isole della Dalmazia e sulle terre dell’Istria che desolavano coi saccheggiamenti, colle uccisioni e colle fiamme. Il senato se ne querelava coll’arciduca; ma un po’ per mala volontà di lui, un po’ per l’avarizia de’ commissari mandati sul luogo e de’ governatori del paese che facevano a mezzo coi ladri, non si potè mai venire a conclusione, e intanto l’Adriatico diventava un paraggio infesto ai cristiani e a’ Turchi. Questi vennero all’armi; assaltarono l’Ungheria nel 1592: la guerra durò 14 anni con grave jattura dell’Austria che perdette parte di quel reame e il meglio della Croazia. Nel 1602 Giuseppe Rabatta, gentiluomo d’integra fama, fu dall’arciduca mandato a Segna per metter ordine ai pirati. Fu giustamente severo; alcuni