Pagina:Bibliografia Pratese, compilata per un da Prato.djvu/11

Da Wikisource.

modità del piano1 posto fra le radici del monte ed il fiume. La signoria de’ conti Alberti nel castello di Prato non si può negare2, checchè ne dica il Casotti; sendo come loro vassalli rammentati i Pratesi ai primi anni del secolo undecimo. Il timore dei vicini potenti potette far crescere le abitazioni in modo, che in poco tempo il picciol borgo al Cornio si ridusse a forma di una terra ragguardevole: e l’assedio posto a Prato dalla contessa Matilde3, e le guerricciuole coi Pistoiesi4, mostrano che i fossi le mura le torri, e più la libertà dei nostri, facean paura ai vicini. Anche su questa terra germogliò il maladetto seme delle parti; anche qui popolani ministri di licenza, nobili ministri di servitù sparsero il sangue fraterno. A difendere le ragioni del popolo levossi Panfollia Dagomari5, e nel 1203 fu chiamato signore a vita della terra. Forte dell’animo e del favore della moltitudine, divise gli uffizi nei suoi aderenti, i Guazzalotri coi guelfi cacciò, sventò congiure, ributtò i Fiorentini, e il comune tenne per trent’anni nella devozione di Federigo. A lui, morendo nel 1253, raccomandava i figliuoli e l’esecuzione del testamento, col quale commetteva di fabbricare una fortezza da tenere

  1. „... e Prato gli puosono nome, perocchè dov’è oggi la terra, avea allora uno bello prato...„. (Villani, lib. IV, cap. XXVI.)
  2. V. il num. 68 i di questa Bibliografia. Chi opina non essere stati i Pratesi soggetti neanche ai conti Alberti, allega la risposta che si dice data da essi al vicario dell’imp. Rodolfo, quando (1286) chiese loro giuramento di fedeltà all’impero; e fu: Che il loro comune non era della condizione degli altri comuni di Toscana, perchè fu compero il luogo, come si compera un cavallo e un campo. Ma v. il Repetti. — I conti Alberti erano anche molto potenti nella valle vicina di Prato, come dice Dante nel canto 32 dell’Inferno:

    „ Se vuoi saper chi son cotesti due,
         La valle, onde Bisenzio si dichina,
         Del loro padre Alberto e di lor fue„.

    Luogo che, come osservò il Casotti, fu male interpetrato dal Vellutello, il quale non di Alessandro e Napoleone de’ conti Alberti di Vernio e di Mangona, ma intende che vi si parli d’Alberto degli Alberti che fu signore della valle di Falterona, nella quale fa nascer Bisenzio. E questo errore fu fedelmente copiato dai commentatori più recenti.

  3. An. 1107. „Come i Fiorentini vinsono e disfeciono il castello di Prato„. (Villani, lib. IV, cap. XXVI). È dubbio se i Pratesi contendessero colla Contessa e col vescovo di Pistoia, o co’ Fiorentini.
  4. An. 1154. „E negli anni di Cristo MCLIV avendo guerra i Pratesi co’ Pistoiesi pello castello di Carmignano, essendovi ito i Pratesi colle masnade e aiuto de’ Fiorentini, vi furono sconfitti da’ Pistoiesi„. (Malispini, cap. LXXIV; Villani, lib. IV, cap. XXXVIII.)
  5. Si vuole che i Dagomari fossero gli antichi signori del borgo al Cornio. Il Casotti fa originare il lor cognome dalle due voci Dagon Mayr; gladii dominus, habens ius gladii, ius vitae et necis. Avean casa e loggia dietro la pieve di s. Stefano, disfatte nel 1317 per edificarvi la parte superiore della medesima pieve.