Pagina:Bibliografia Pratese, compilata per un da Prato.djvu/33

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2 ABB

a Opere. Basilea, Hervagio, 1532.

Con i comenti d’Iacopo Micillo. — Le cito sulla fede del Manni (Stor. del Dec.) e del Mazzucchelli.

b Regoluze del maestro Pagholo astrolagho.

Inserite nella nota XXX, tomo terzo, dell’Histoire des sciences mathématiques en Italie etc. par G. Libri. A Paris, Renouard, 1838, in 8. Il ch. Libri le tolse da un manascritto di Abbaco composto a Firenze verso la metà del sec. XIV, e da lui posseduto. Nella Magliabechiana sono queste Recholuse nel codice 85 della clas. XI, che fu della libreria Gaddi col n. 149; e nella Riccardiana, cod. 2511 cartaceo in fogl., scritto nel sec. XV; non oonosciuto dal ch. Libri. Il Ghaligai (Pratica d’aritmetica) le vuol fattura di un maestro Paolo da Pisa: e l’opinione di esso tiene sospeso il Libri, al quale fece senso il non esser parola di queste Regole nel seguente manoscritto. Ma il testimone di tre codici mi pare sufficiente a far credere del nostro Paolo quelle poche pagine, che sono uno dei più antichi monumenti algebrici della lingua italiana. Le Regoluze sono cinquantadue in tutti i codici.

c Ragioni adatte a traffico di mercatanzia ec.

Cod. del sec. XIII, posseduto dal ch. Libri (V. Histoire des sciences etc. tom. troisieme, note XXX). Incomincia: “In questo libro tratteremo di più maniere di Ragioni adatte a trafficho di merchatantia tratte de librì d arismetrìcha et ridotte in yolgare per lo excellente huomo maestro Pagolo de Dagumari da Prato„.

d Canzone.

Nella Bella mano di Giusto de’Conti. Parigi, Mamerto Patisson, 1595, in 12: edizione procurata da Iacopo Corbinelli. — È da osservare che vi hanno esemplari or con la data 1589, or 90, or 91, or 95; e ciascuna non senza varietà. La canzone del maestro Pagolo da Firenze (che pur così fu chiamato) sta intera in tutti, tranne negli esemplari col 1589, che hanno soli i primi sedici versi. Il Gamba dice che questa canzone è “una congerie di maldicenze contro le più venerabili autorìtà„. E sta altresì alla fac. 61 tergo del cod. 1050 della Riccardiana, scritto nel secolo XIV e nel XV: e comincia: “Voce dolente, più nel cor che piagne„

e Sonetto in risposta a un altro d’Iacopo Alighieri.

Nei Comment. al’ist. della volgar poesia del Crescimbeni, vol.