Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/214

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      O miei giovani giorni, leggieri
    Ritornate sull’orme già fatte;
    Rinfrescate coi primi pensieri
    Queste rughe, che il cuore ha contratte;
    Ritornate, o miei giorni ridenti,
    E al partirvi movete più lenti.

      Io non vissi, – in un soffio la curva
    Divorai della vita dell’alma;
    Un destino, un demonio m’incurva
    Anzi tempo alla stupida calma
    Della tomba; – potente è la voce,
    Che una morte m’impone precoce.

      O miei giovani giorni, io dispersi
    Un tesoro che Dio non ridona,
    Che non può ridonare; – io sommersi
    Della vita la gaia corona
    Nell’oblio; – questo serto, ch’or piango,
    Sparpagliai neghittoso nel fango.

      Io non vissi, e son vecchio: – e qual orma
    Nel sentier d’una grande passione
    Ho stampato? E di gloria qual forma
    Mi sorrise? – e la santa missione
    Adempia, che Natura ci grida,
    Che il dolore di un secolo affida?

      E il dolore, che cuopre con l’ale
    Tutto un secol, me pure percosse;
    E il dolore fa grande il mortale;
    E se un’alma dal fango si scosse,
    Le convenne di farsi più pura
    Nel battesimo della sventura.