Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
E la Patria? – Una Patria mi resta,
Ma prostrata così, che non spira
Altra vita nel cor della mesta
Che un dolor muto, cupo; – e rimira,
Nuova Niobe impietrita dal duolo,
Ogn’istante cadere un figliuolo.
Perchè vivi tu dunque? Un acciaro,
Un veleno non hai? Perchè tremi
A spezzare quel calice amaro?
Che ti fai del letargo in che gemi?
Perchè vivi? Un incanto t’ha vinto?
– Io nol so; – forse vivo d’istinto. –
La mia pallida pallida stella
È al tramonto d’un triste viaggio;
Chi le infonde una vita novella?
Chi le rende l’allegro suo raggio?
A quest’anima morta chi dice:
– Su, rinasci, novella Fenice? –
O miei giovani giorni, potete
Rimontar la corrente? – Venite,
Anche nudi di gioia, – adducete
Solo il pianto; – è una gioia più mite;
E se il cielo un’ammenda ha pensato
Al dolore, la lacrima ha dato.
Ma un altr’anno di vita è già spento,
E tremando lo conta il pensiero;
Del passato non torna un momento,
Il futuro è velato di nero;
Il passato è un rumore trascorso.
Un ricordo dolente, un rimorso.