Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/297

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amici, la famiglia, i congiunti, gli alleati, – e passi in rivista le molte reclute, che vanno alle sue bandiere pel sentimento del comune pericolo, non è calcolo esagerato a dire, che per ogni dieci motti ti sei guadagnato cento nemici, – e finchè non sei giunto a tale da sollevarti d’intorno alle orecchie uno sciame di vespe le quali mezzo ti pungano a morte, non andrai mai persuaso.

Dio mi guardi dal sospettare, che l’uomo da me stimato si muova alli scherzi per dispetto, o malignità d’intenzione; – so, e credo sinceramente, che sieno onesti, e detti a modo di sollazzo. Ma poni mente, amor mio, che gli stolti non possono distinguere, e i furfanti non vogliono: e tu non sai quanto importi provocar gli uni, o prendersi giuoco degli altri; e qualunque volta si uniscano a difesa scambievole, abbi per fede, amico mio, che ti guerreggieranno in maniera da fartene il cuore malato, e con pericolo ancora di vita.

La vendetta da qualche angolo segreto spargerà di te novelle d’infamia, – nè ripareranno l’innocenza del cuore, la integrità del costume; – le tue sostanze verranno a mancare, – e malignando sui mezzi che un dì ti procuravano, la tua riputazione darà sangue da tutte le parti; – la tua fede sarà posta in dubbio, – smentite le opere, – dimenticato l’ingegno, – e la dottrina tenuta a vile. A chiudere l’ultima scena della tragedia, la crudeltà, e la codardia, scellerati gemelli condotti a prezzo dalla malizia, e incitati nelle tenebre, prenderanno insieme la mira a tutte le tue debolezze, ed errori, – e gli ottimi di noi, amor mio, vi stanno soggetti; – e credimi, credimi, o Yorick, allorquando per lusingare un privato appetito si deliberi il sacrificio d’una creatura innocente, ed