Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/299

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crime gli scendevano giù per le guance, – spero di no, Yorick mio. ― Yorick rispondeva elevando lo sguardo, e premendogli gentilmente la mano, – e nulla più: – ma questo dirompeva il cuore di Eugenio. ― Su via, Yorick, – riprese quest’ultimo asciugandosi gli occhi, e facendosi cuore, – confortati, amor mio, nè li spiriti e la fortezza ti abbandonino al maggior uopo; – chi sa mai quanto possano operare per te i rimedi, e la potenza di Dio? ― Yorick si pose una mano sul cuore, e crollò un tal poco la testa. ― Per la parte mia, – continuava Eugenio, e piangeva amaramente in mezzo alla parola, – per la parte mia non so come da te dividermi, e di buon grado lusingherei le mie speranze, – seguitava rallegrando la voce, – che di te avanzerà tanto da farne un vescovo, e io vivrò tanto da vederlo. ― Io ti prego, – favellò Yorick, levandosi alla meglio di capo il berretto da notte colla manca, perchè la destra avea sempre stretta da quella d’Eugenio, – io ti prego a guardarmi un poco la testa. ― Non vi scerno cosa che l’offenda, – rispondeva l’amico suo. ― Ahimè! io vo’ che tu sappi adunque, – riprese Yorick, – ch’ella è sì mal concia e sformata dai colpi che i miei nemici le dettero così villanamente all’oscuro, che potrei dire con Sancio Panza: – «se mi riavessi, e dal cielo mi cadessero sul capo le mitre spesse come la gragnuola, neppure una gli potria convenire.» ―

L’ultimo fiato di Yorick a queste parole pendeva pronto a fuggirsi dalle sue labbra tremanti, – ma tuttavia le profferse in un suono, che sapea di maniera cervantica; – e mentre parlava, Eugenio vide accendersi per un momento in quegli occhi una striscia di fuoco lambente, scarsa immagine di quelle vampe di spirito, che solevano, a quanto disse Shakespeare dell’antenato suo, eccitar la gioia del convito.