Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
voi venuti meco a veder la vita del Signore in prigione per alimentare un cupo sentimento d’invidia? Non v’ho io veduti percossi da un brivido allo spettacolo degli ori e degli argenti, degli arredi preziosi, delle laute vivande? Non ho io sentito le vostre voci, le vostre esclamazioni, che la passione mandava fuori velocemente come dardi, – e il calcolo non avea tempo neppure di coprir loro le vergogne? – Non ho io veduto passare sulle vostre fronti un nuvolo di pensieri diversi, ma tutti armati di artigli? Ecco perchè veniste meco a vedere il Signore. Non siete voi egoisti? Il Povero non aveva nulla da farsi invidiare, – invece aveva bisogno d’una consolazione, e d’un tozzo di pane. – Ecco perchè non siete venuti meco a visitare il Povero. Non siete voi egoisti? Ed io non sono un egoista? Io non mi fido della mia pietà; e, se l’ultima somma è più sicura della prima, parmi di aver trovata la vera chiave del motivo, per cui mi son trattenuto tanto tempo Povero. Sentite, se vi torna. Ho veduto che nessuno si curava dell’infelice, – e allora io mi son mosso, – gli sono andato d’intorno, per l’idea d’esser solo, per contradizione. – Ho fatto come Diogene, che andava al teatro quando tutti n’uscivano. Certo, per contradizione; – e, se la cosa è così come io la espongo, allora alla pietà tocca il secondo luogo, se pure un luogo le tocca. Non sono io forse un egoista? non è la contradizione un egoismo? La beneficenza stessa non è sovente un egoismo? Perchè in certi Stati si sviluppa più che altrove lo spirito di associazione, lo spirito di sovvenimento? – Perchè l’ambizione è palpata, perchè l’indomani un giornale deduce a pubblica notizia il benefizio, e il nome di chi l’ha fatto. Gesù Cristo conobbe que-