Pagina:Bini - Scritti editi e postumi.djvu/79

Da Wikisource.

stanza; – spesso si dava nella fronte con una palma, – spesso batteva coi piedi la terra; – ora fischiava turbinosamente, – ora cantava in una lingua e in una musica affatto nuova; – ora s’incrociava le mani sul petto, nascondendosi le pupille terribilmente sotto le ciglia. Una volta si mise una mano sul cuore, – e fece atto di strapparselo, e di lanciarlo in aria con un grido disperamente salvatico, – uno di quei gridi, che atterriscono l’uomo e la fiera, – il grido della madre che fuga il leone, e gli cava il figlio di bocca..... Dipoi si riconcentrò, e fece pochi passi adagio adagio, e senza intenzione: – quindi sembrava stanco, e si pose a sedere sopra uno scalino col capo fra le ginocchia. – Col capo in quella maniera, io non potei vedere se pregasse, se bestemmiasse, se piangesse. Forse egli faceva queste tre cose confusamente insieme; – forse era assorto in una di quelle estasi, prodotte dall’ambascia profonda, in cui l’anima abbandona il corpo, e s’ingolfa in una nuova esistenza, in un mondo incognito, pieno di forme strane; non mai vedute, non mai pensate, – dove l’anima giace immemore di quello che fu, di quello che è; – e solamente, tra il sì e il no, sogna, che in qualche parte le dolga, ma non sa dove, non saprebbe cercarvi, non è tentata a farlo.

A un tratto mi scosse un forte sospiro misto di singulto; – e vidi che il pover’uomo si era rialzato girando penosamente la testa verso l’inferriata. – E l’inferriata confina col palco, e la persona non può salirvi. ― Gli sia contesa anche la vista del cielo: ― così hanno detto, e così hanno fatto. – Un raggio scarso di Sole entrava malvolentieri tra mezzo alle sbarre, e sdrucciolava giù in fondo, lento, malinconico, scolorito, vestito anch’esso da povero. Forse