Pagina:Biografia di Paolo Costa.djvu/20

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ed in piccioli volumi diede all’Italia grandi e pregevoli cose. Teneva essere ufficio principalissimo del filosofo cercare il vero, purgare i costumi, indirizzare le volontà umane al vivere onesto e pacifico. Fu da alcuni incolpato di essere nemico del buon nome italiano, e di tarpar l’ali al genio, cioè agl’ingegni, per aver lui voluto addimostrare che la ragione umana è prescritta fra certi confini. Questa cosa gli cagionò affanno e travaglio grandissimo; se non che la speranza di far giovamento all’universale gli era di molto conforto nelle sue tabulazioni, e sclamava sovente: verrà tempo che ’l vero sarà manifesto, e si dirà ch’io ebbi combattuto l’errore.

Le grandi qualità di quest’uomo furono accompagnate da alcun difetto: non era forte abbastanza da mantenersi sempre quello in tutti gli avvenimenti: ne’ domestici ragionari sentenziava alle volte inconsideratamente, e provocato a disdegno usciva in troppo acerbe parole. Con tutto questo però la sua mente fu sempre lontana da invidia, da odio, da ogni malvagio desiderio. Fu ascritto nell’accademia della Crusca e nella Palermitana di scienze e belle lettere; e chiesto a professore da città precipue della Grecia e dell’Italia. Ebbe bel numero di onoratissimi amici: sovra gli altri portò singolare affezione al Perticari, al Marchetti, al Borghesi, al Niccolini, al Cassi, al Palagi, al Farini, all’Angelelli, al Cavalli, al Tanari, al Cappi, al Valorani, ed a que’ lumi delle romane lettere Betti, Biondi, Odescalchi, Muzzarelli. Fu di giusta statura, di membra robuste e nervose, di volto non bello, ma avente un che di ragguardevole, come può vedersi nella effigie che ci è rimasta di lui1. Le sue lodi sono state raccolte da Ferdinando Ranalli2 in un elogio breve schietto elegante, il quale assai meglio che queste mie umili e

  1. Qui si parla della effigie del Costa fatta in litografia a Bologna nel 1837, dalla quale è stato delineato il ritratto posto innanzi a questa biografia.
  2. Mi gode l’animo di poter qui aggiugnere, essere venuti in luce, dopo l’Elogio del Ranalli e questa mia Biografia, altri scritti che hanno saputo raccogliere molto bene le lodi del Costa: ricordo solo i Cenni intorno la vita e le opere del nostro autore stampate in Bologna, e gli Elogi composti dal prof. G. Fr. Rambelli e dall’ab. Fruttuoso Becchi e dal prof. G. I. Montana-