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mazzoni giuseppe

Onorato fu il nome di suo padre, e per verità a tal nome corrisposero i fatti, chè fu uomo integro e amante di educare la prole in tutte le più elette e civili virtù, e sostenne con zelo e con onestà impareggiabile la carica di Capo Sezione della Direzione Generale delle Dogane.

Giuseppe si applicò con amore agli studi, ed aspirando ad una professione indipendente fece un corso di Ingegneria ed ottenuto il diploma di perito agronomo, di subito cominciò ad esercitare, e mercè la sua abilità ed onestà si trova oggi di avere acquistato una numerosissima clientela sin anco nel patriziato romano.

Era giovane, era studente, e nel suo petto ardeva già forte l’amore di patria, e amava trasfonderlo anche negli amici e nei compagni, onde fu che al succedere degli avvenimenti politici nel 1848 la sua anima ebbe bisogno di erompere nei caldi effondimenti patriottici. Si distinse quindi per tutte le più be Ile virtù della mente e del cuore, per i suoi principii altamente liberali, - per la generosità del suo animo, per la gentilezza delle sue maniere e per quella bontà, che è propria di ogni vero patriotta. — Gli vennero perciò in quel tempo conferiti diversi incarichi. — Fu Commissario della Costituente, fu Membro della Commissione del prestito forzoso, fu Consigliere Municipale, fu Membro della Commissione di approvigionamento e fn eletto anche primo Tenente nella Guardia Civica, e a tutti questi uffici soddisfece con la più mirabile energia ed intelligenza.

Un negro velo però già si distendeva per il cielo di Roma, chè l’aquila di Francia muoveva il funereo suo volo contro la Romana Repubblica.

La città eterna si poneva in sulle difese.

Il Generale Garibaldi adunava i suoi valorosi e li preparava alla resistenza estrema. — E fra quei valorosi fu pure Giuseppe Mazzoni.

Suonò l’ora della battaglia, e fu combattuto un combattimento disperato, ma gl’italiani soggiacquero oppressi non vinti dalle forze straniere maggiori per numero e per armi, e la storia segnò sul capo della Francia anche allora un marchio d’infamia.

Il Mazzoni per il valore spiegato nell’eroica difesa di Roma fu decorato di due medaglie.

Vedeva egli ristorarsi il papale dominio, ma non pertanto sentiva nel cuore una voce, che gli diceva non essere ancora pienamente maturi i tempi, ma che immanchevole sarebbe arrivato il giorno dell’ira, il giorno in cui si sarebbe fatto giudizio della prepotenza straniera e del dispotismo teocratico.

Volgevano gli anni e la congiurazione contro lo straniero e le segrete preparazioni degli uomini, cui in cima del pensiero e nel mezzo del cuore stava la patria, affrettarono il trionfo della lungamente sospirata libertà, unità ed