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d. emanuele dei principi ruspoli

fino a che le sedie curuli del Campidoglio non tennero altrimenti occupate. - Appresso alla morte del Lipari, venne il Ruspoli nominato Generale della Guardia Nazionale in Roma: corpo di lontana speranza ma di presente irrisione, male corrispondendo nella dipendenza dagli uffici di Prefettura e di Questura, e con il ridicolo armamento ai bisogni del tempo ed alla serietà che si pretenderebbe annessa alla istituzione. - Riescirà il Ruspoli a fare per la Guardia Nazionale qualche cosa di vantaggioso? Anche se sì, ciò riguarderà sempre il Generale più che il Consigliere.

Un còmpito altissimo ha piuttosto il Ruspoli dinnanzi. - Chiunque meglio dalla sorte abbia sortito talento e buon cuore, vedesi circondato e stretto da bisogni sommi, da idee bollenti, da esigenze che i tempi ed i modi del vivere giustificano. - E chi porta un nome che è pegno di operosità per le tradizioni, e promettitore di fatti che s’accordino con l’epoca, questi anche se trovasi a disagio ha più stretto il dovere di procurare il bene, chè il bene è ancora desiderio, non potendosi chiamar bene le parvenze con che si vanno coprendo i molti difetti delle istituzioni. - Beneficenza, istruzione, lavoro, ecco la triade di quel risorgimento morale ed economico intorno al quale deve lavorare il Ruspoli, se vuole realmente che il nome nobilissimo della famiglia venga con plauso salutato da chiunque la grandezza del nome misura dalle azioni.








Roma 1873. Tip. Cuggiani, Santini e C.