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odoardo sansoni

nandosi poteva un giorno addivenire nell’amministrazione valentissimo, e quindi aver sempre meglio amica la fortuna, onde fu che dall’età di anni 13 insino ai 23 si diè pure all’istruzione commerciale siccome Commesso presso di un negoziante romano.

Venutogli a mancare il padre seppe grado alle cognizioni commerciali acquistate se gli affari della famiglia progredirono, ma più lo debbe alla forza della sua volontà, all’onestà ed operosità sua instanchevole, e a quella mirabile concordia (purtroppo in ogni tempo rarissima) che lo lega in amore e negli interessi al proprio fratello Attilio, pur distinto per i pregi della mente e del cuore. — E così andavasi sempre più avvantaggiando e facendo florida la propria condizione che nel 1835 s’istituiva tra i fratelli una Società Commerciale, la quale perdura tuttavia, ognorapiù prosperando e apportando per tal modo la onorata ricchezza nella onorata famiglia.

Odoardo Sansoni avea svolti i grandi volumi della patria storia, e la sua anima romana si era profondamente commossa nell’apprendere i lunghi patimenti e le lunghe croci della povera Italia, per la quale fù perciò fortemente preso d’amore.

Saliva sul trono pontificale il Papa Pio IX, e parea che un’èra gloriosa incominciasse, e le sorti della patria mutassero, le catene d’un secolare servaggio spezzando. — Correva l’anno 1847. Costituitasi la guardia cittadina era nella medesima il Sansoni nominato Tenente, e allorachè nel Marzo 1848 il Papa benediceva al Nazionale Vessillo e alle Armate italiane, che andavano a cacciar d’Italia i prepotenti stranieri, trovavasi Odoardo colla stessa qualità di Tenente nella l.ª Legione Romana, e partiva a combattere le supreme battaglie.

Durante la marcia non solo egli dimostrò come in petto albergasse un cuore romanamente grande di patriotta, perocchè volle condividere con i semplici soldati tutti i disagi e le fatiche, ma diè anche prova di una rara abilità amministrativa, il perchè giunto a Bologna era nominato Capitano. Sempre primo nel pericolo incuorava i soldati, per modo che sebbene avvenissero a Mestre molte diserzioni nella Legione, pure egli efficacemente coadiuvò il Comando Generale nel riorganizzarla, e con la sua Compagnia valorosamente sostenne la difesa alla sinistra di Porta Padova a Vicenza, strenuamente combattendo, perocchè fu quello il punto con più nerbo di forze attaccato dalle truppe austriache. —

Ma pesava ancora il destino di sventura su Italia, e tante vite spente tanti sacrifici compiuti non bastavano a liberarla; la mano dei tiranni s’aggravava ancora una volta sovr’essa.