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venturi pietro

denza della patria e desideroso di vedere i tempi correre sulla via della civiltà e del progresso.

Nel 48 formò parte della Legione Romana, e marciò a combattere le battaglie contro lo straniero.

La liberazione di Roma sospirò con l’ansia del vero patriotta, onde fu che egli nei giorni solenni della redenzione di Roma trovandosi a lato del Re sulla Piazza del Campidoglio ebbe a dirgli: Sire, la Stella di Savoia oggi brilla su Roma, su Italia.

E così bella nominanza correva di lui anche fuori che nelle prime elezioni fu portato alla candidatura di deputato al Parlamento Nazionale nel Collegio di Civitavecchia, ma venuto in ballottaggio con l’altro candidato Cerroti, e per il ritiro di questi di poi con il nuovo candidato Lesen restava costui per brevissimi voti eletto.

Era in appresso proposto alla candidatura di deputato nel 3.° Collegio di Roma. — Però a dimostrare come nel suo petto non albergasse vanità ed ambizione, tostochè dal Circolo Bernini fu pregato a porger rinuncia a quella candidatura, per far posto alla candidatura del Sella, cui volevasi fare onore in quel tempo, non esitò un momento. — Gli elettori non vollero saperne del Sella, ed avuto effetto la votazione, il Venturi venne in ballottaggio con l’avvocato Raffaelle Marchetti, che riusciva eletto.

Ma un uomo stimato com’era il Venturi, non poteva rimanere nella vita privata, epperciò dai propri concittadini fu mandato Consigliere in Campidoglio, chè eran certi avrebb’egli curato i comunali interessi. E di vero per la eletta intelligenza, e per le cognizioni amministrative, di che era fornito, venne tosto prescelto quale assessore provveditore dell’annona e grascia, poi sostituì Alatri come assessore delle Finanze Municipali, e quindi caduto infermo il ff. di Sindaco Comm. Grispigni, a lui, benché non fosse assessore anziano, si volle affidare l’altissimo ufficio.

Che cosa facesse, come procedessero le cose comunali mentre il Venturi era nelle funzioni di Sindaco, ben lo dimostrano le molte proposte di utilità pubblica e privata da lui fatte, e che furono approvate; ma la più bella prova si ha nella floridezza delle Finanze Municipali, ch’egli seppe conservare con mirabile accorgimento e con rara abilità amministrativa.

Volgean più mesi, dacché egli sosteneva tale carica, quando la Giunta date le proprie dimissioni pur’egli stimò conveniente dimettersi, e a lui succedeva l’odierno Sindaco Luigi Conte Pianciani.

Il Venturi si dipartiva dall’illustre seggio e discendeva il Campidoglio con la coscienza di aver compiuto suoi doveri, e con la dolce compiacenza di aver lasciato in buono assetto le cose comunali. — E questo era il più bel