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cencelli avv. giuseppe

gravi imposizioni, per appoggiare la causa del popolo, e curare la felicità e il benessere della patria. — E in tutte le successive legislature fu mantenuto dal Collegio di Viterbo al seggio dei rappresentanti della Nazione in Parlamento, e noi vorremmo che tutti adempiessero come il Cencelli al mandato affidato loro dagli elettori, e nelle prossime generali elezioni vedremo certo l’altissimo ufficio al Cencelli confermato, chè il buon senso, e il patriottico amore, che la cittadinanza viterbese tanto distingue, ne affida. — E per fermo, d’uomini, quali il Cencelli, abbisognano, perchè la Nazione respiri dal grave affanno che la opprime, in veggendo l’amministrazione governativa precipitare giù per una china fatale, e il popolo gemere nelle gravi distrette. Noi portiamo fede che l’aurora di un più prospero avvenire alla patria sia per sorridere. Quando la maggioranza dei rappresentanti la Naziono sarà composta di uomini come il Cencelli, non potrà essere manchevole quell’assetto,- che richiede il patrimonio dello stato, quell’amministrazione, da cui derivar deve la pubblica e privata fortuna, quello sviluppo generale d’industria e di commerci, che varrà a fare sempre più ricca, più forte, ’più grande, più felice la nazione.

Volgeva l’anno 1873 quando per le belle doti, che tanto adornano la mente e l’animo del Cencelli, era eletto Presidente del Consiglio Provinciale di Roma, alla quale carica veniva nell’agosto del corrente anno 1874 riconfermato, perocchè sopra ogni altro ne fu creduto degno. — E di vero con tutta premura, con tutto interessamento, con tutta lena concorre a quella amministrazione provinciale, che procede con ordine, e con prosperità, e rivela la sapienza, l’onestà, e l’attitudine di quegli uomini, che compongono il Provinciale Consiglio. — Meritò decorazioni distinte.

Aggiungeremo come dal Comune di Fabrica sia sempre nel grado di Assessore Municipale confermato, chè gli è caro e grandemente utile un uomo per tutte virtù distinto e avuto in onoranza. —

Potremmo anche dire come egli abbia bello e gentile il cuore, e di una rara cortesia e delle maniere veramente da gentiluomo risplenda, ma la delineata sua figura è bastevole già a rivelarlo cittadino degno di pubblica e privata benemerenza, cittadino dotto, onesto, liberale, meritevole di sedere nel seggio del Deputato al Parlamento nazionale, essendo abilissimo nel trattare e nel sostenere gl’interessi dello stato, e della provincia, nel curare il bene del popolo, la fortuna del proprio paese. — Noi quindi conchiudendo questo biografico ricordo stimiamo nostro debito consegnarlo alla perpetuità del nome, e all’onore di un cittadino, che seppe e saprà ognora più benemeritare della propria città, della provincia, della patria. —



Roma. — Ottobre 1874.