Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/48

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calandrelli alessandro

sciutesi disponevansi intanto all’ultimo assalto, epperò apparecchiavansi le truppe italiane a sostenere estremi e disperati combattimenti a difesa della Repubblica e della città eterna. — La storia della rivoluzione di Roma segnò su gloriosa pagina i prodigi di valore, compiuti dagl’italiani contro i soperchianti nemici, e la eroica difesa opposta alla prepotenza straniera, alla violazione del diritto di tutte le genti, e notò immortalmente i nomi dei valorosi, e di quei che piò eminentemente si distinsero e tra questi è Alessandro Calandrelli. —

Della di lui fede politica parlando, noi diremo come questa vada di conserva con la sua fede religiosa, di che già facemmo menzione, imperciocchè egli afferma che siccome la riforma de’ costumi è opera lenta del tempo, così anche la religione ha bisogno del tempo per riformarsi e raggiungere gli alti suoi fini, chè impossibile cosa è a tali riforme venire d’un tratto, siccome avria voluto Catone. — Epperò il Calandrelli conclude esser d’uopo pria riformare il Governo, e siffatta riforma in qualunque modo avvenisse, egli è d’avviso dovesse comprender tre cose. — Primieramente piena libertà ai Comuni d’amministrare da per se stessi, e che l’amministrazione di essi fosse base a quella governativa. — Secondariamente che la milizia stesse sotto i tribunali ordinari per tutto ciò che riguarda pene afflittive. — Infine che al Re e al potere esecutivo non si desse facoltà di accordare grandi dignità, emolumenti, ed onori neanche agli estinti, senza l’appoggio della Camera e previo un processo che ne accerti il merito, e che i Deputati in ogni anno fossero riconfermati dai rispettivi collegi. — Appresso egli dichiara che se il suo principio religioso fosse osservato, a nulla varrebbe se una piuttostochè altra fosse la forma di governo, perocchè nessuno potrebbe mai tiranneggiare e despotizzare. —

Mentre Roma mal poteva resistere nella lotta ineguale, e mentre taluni ardenti patrioti davan consiglio, perchè si desse fine al dramma politico con atti di ultimo terrore, il triumvirato dimettevasi, ed al medesimo sostituivasi quello composto del Calandrelli, del Saliceti, del Mariani. — E poichè alla sopraffazione della forza nemica d’armi e di numero maggiore, veniva manco ed era tutta esaurita la difesa armata della Repubblica gloriosamente protestando sul sangue dei martiri, sulla santità e giustizia della causa italiana, e l’ordine contenendo nel mentre che ogni autorità discioglievasi, e quando tutta la vendetta poteva cadere sugl’interni nemici, le porte di Roma dischiudevansi e le bajonette straniere riconducevano sul trono il papa fuggiasco. —

Il Calandrelli insieme ai colleghi rassegnava il potere con fronte onorata, con la coscienza di aver compiuto il dovere di sincero italiano, di cittadino romano, dalla nobile ambizione sospinto di esser utile alla patria, non dalla cu-