Pagina:Biografie dei consiglieri comunali di Roma.djvu/55

Da Wikisource.

calandrelli alessandro

battaglie, nomi che si vogliono scolpiti su tavole di marmo da collocarsi sotto i portici del Campidoglio, ma che giacciono ancora in terra. — A quest’ultima commissione fu scelto dal comunale consiglio nella seduta del 28 febbraio 1871, e riconfermato dalla Giunta nel congresso del 6 marzo 1872.

Nel decembre 1870 era nominato Ispettore edilizio, e in questo ufficio egli essendo molti progetti ch’ei fece furono accolti, altri di maggiore utilità o non curati o dimentichi. — Di vero v’ha il progetto di un regolamento sul, carreggio in Roma, per impedir la rovina delle strade e il maltrattamento della bestie; v’ha il progetto di pubblico ornato col fornire tutte le case di cornicione con incanalamento interno per l’esito delle acque; v’ha il progetto della festa agricola da celebrarsi il 21 aprile anniversario della fondazione di Roma, secondo il quale verrebbe a promuoversi incoraggiamento all’agricoltura, con ricompense ed onori da distribuirsi in quel giorno a tutti coloro che avranno presentato i migliori prodotti dei campi e della pastorizia, i più acconci istrumenti per agevolare la coltura dei terreni, sia nella aratura, eche nell seminazione. — Nè uomo v’ha certo siccome il Calandrelli d’ogni materia studiosissimo. — Fu egli raccoglitore solerte degli avanzi di tutti gli esseri organici, che attestano le varie epoche della terra, e ne aveva formato la più bella collezione composta di più che 300 specie di conchiglie del Monte Mario, di altrettante che trovansi nella pietra Macco di Civitavecchia, non che di più migliaja d’Italia ed esotiche. — Ma questa preziosa raccolta fu scelleratamente manomessa dalla polizia papale nella perquisizione, in cui s’impossessò anche di molti preziosissimi oggetti antichi e di pregiati volumi. — Gli avanzi di quella raccolta di 1320 specie sopra 5000 esemplari furono acquistati dall’università Romana, siccome apprendesi dall’annuario della medesima del 1872. —

Fu raccoglitore anche delle ossa fossili fra le quali rinvenne anche quelle dell’elefante africano, che dapprima si credeva abitatore soltanto della Sicilia, mentre con tale scoperta si veniva ora a provare aver vissuto anche nel Lazio insieme coll’elefante primo genio, antico e meridionale. — Dette ossa consistono in due denti molari con rispettive mandibole, che nel 1829 trovò tra i depositi fluviali del Pincio, e il celebre prof. Luigi Metaxà constatò il fatto e classificò la specie in illustre memoria. — Eppure vi è stato chi di questa scoperta voleva farsi pregio e torre il merito al Calandrelli. —

Fu egli che devenne eziandio al discovrimento del verme vivo dentro il bianco di un uovo fresco, giudicato dal Dr. Telemaco Metaxà nelle sue Memorie Zoologico-Mediche per una femmina dell’ascaris vescicularis, e ciò valse a sgombrare ogni dubbio lasciato dal Vallismieri, se cioè veramente anche nelle uova fresche col guscio possa racchiudersi il vermine. —