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Uno sguardo generale alla biologia del plancton 83


Al galleggiamento contribuisce in altri casi la presenza di materiali specificamente leggieri; s’interpretano in questo modo le bollicine di gas che compariscono in certe epoche nella capsula centrale dei Eadiolari ed è molto probabile che le gocciole grasse che si trovano nelle uova galleggianti dei Pesci cospirino allo stesso scopo.

Tutti sanno che fra due corpi aventi lo stesso volume si mantiene meglio a galla quello che ha superficie più estesa, e ciò spiega come l’aumento della superficie galleggiante possa render conto di molte forme che si osservano nel plancton. Confi’ontate un Crostaceo del plancton con qualcuno dei suoi affini guizzanti fra le Alghe della costa; nel primo troverete antenne, zampe, setole e in generale tutte le appendici assai più sviluppate che nel secondo; in taluni casi poi la specie pelagica fa pompa di un apparato straordinariamente ricco di spine o di setole semplici o piumate. I Copepodi, quei piccoli Crostacei agilissimi che formano generalmente la parte più importante del plancton ne offrono esempi omai classici nell’estetica naturale. Occorre tuttavia rilevare come il grande sviluppo di alcune appendici, delle antenne per esempio, non accejmi soltanto ad un maggiore sviluppo del piano di galleggiamento, ma si possa anche interpretare come un più ampio sostegno a quelle parti che sorreggono gli organi dei sensi. Poiché non v’ha dubbio che questi organi abbiano spesso nel plancton uno sviluppo generalmente cospicuo e tutto fa credere che siano anche più raffinati nella loro funzione. 11 corpo appiattito, ridotto, in alcuni casi, ad una tenue lamina, è adattamento non raro nei Crostacei pelagici, e rientra nello stesso ordine di fatti ai quali dianzi accennavo.