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Uno sguardo alle condizioni fisiche del mare ecc. 21

quelle recentemente adottate dallo Schmidt; nomi e confini delle singole parti sono chiaramente dimostrati dall’annessa cartina (fìg. 3).

Le sostanze solide disciolte nell’acqua marina richiamano l’attenzione del biologo sia per l’azione chimica esercitata da ciascuna di esse sopra gli organismi viventi, sia per l’azione fisica che spiegano, nel loro complesso, innalzando la densità del liquido, e di questa abbiamo già parlato trattando dei fenomeni che si producono nei tessuti col passaggio dell’acqua dolce al mare e viceversa.

Il problema si presenterebbe ovunque negli stessi termini se tutti i mari avessero salsedine uguale.

Ciò tuttavia non si verifica; mentre si può ammettere, come media, un residuo solido di 35 gr. per litro, corrispondente alla salsedine media dell’Atlantico, si trova pel nostro Mediterraneo una cifra più elevata che varia da 37 gr. a 39 gr. per litro. Per la scarsa quantità d’acqua dolce che vi affluisce e per la forte evaporazione il Mare Kosso è il più salato di tutti (circa 45 ‰) mentre la massa ingente d’acqua dolce recata dai fiumi e dai ghiacciai montani e la scarsa evaporazione rendono assai meno salata l’acqua dei mari nordici. Così l’Oceano Glaciale Artico ha soltanto 17,6 ‰ di sali; il Baltico 7,4 ‰ nella parte mediana, mentre all’estremità settentrionale l’acqua è pressoché dolce (0,60 ‰) ©d alberga organismi lacustri.

Finché si tratta di conoscere il residuo fisso totale, non è difficile il metodo, né dubbio il risultato. Assai più ardua, è la. valutazione dei singoli componenti, tanto che si v discusso a. lungo so le j()porzioiii l’elative degli elementi mutino da una località all’altra.