Pagina:Biologia marina.djvu/54

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30 Capitolo secondo


Una volta si attribuiva ai gas delle profondità marine una pressione tanto più elevata quanto più alta era la colonna d’acqua sopraincombente. Oggi è noto che i gas disciolti si diffondono anche a grandissima profondità come una massa continua ed omogenea e non si trovano quindi sotto pressione; ne consegue che la respirazione degli animali d’alto fondo si compie in condizioni press’a poco uguali a quelle che si verificano negli strati superiori.



La superfìcie del mare, riscaldata dai raggi solari, assume temperature diverse a seconda della latitudine e di altri fattori. Notiamo subito come gli organismi marini sottostiano a condizioni termiche assai meno variabili dei terrestri. Ci vuol molto più calore per riscaldare allo stesso grado una massa d’acqua, che non un egual volume d’aria; ne consegue che il mare segue in ritardo e con minore ampiezza le variazioni termiche dell’atmosfera; così la temperatura superficiale annua del Mediterraneo nelle acque Liguri varia in cifre tonde, da 12» a 25°, mentre l’escursione annua della temperatura all’ombra è di circa due volte e mezzo maggiore (a Genova, per esempio, la temperatura atmosferica ha variato, nel 1912, da un minimo di — 1,7 ad un massimo di 31,2). Si aggiunga che i massimi riscontrati, in alto mare, nella zona torrida superano di poco i 35» (35,5° nel golfo Persico).

Ma anche nei limiti ristretti della variabilità termica marina si rivelano i tolleranti e gli intolleranti.