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DISCORSO III

Della scienza della guerra nel medio evo e delle sue relazioni con le altre scienze e con lo stato sociale.

Il medio evo, considerato come un’era di distruzione e di rinnovazione, è una delle epoche piú importanti dell’istoria dell’umanitá.

In effetto quale spettacolo piú atto a risvegliar la meditazione che la distruzione successiva dell’antico mondo? La quale vedesi compiere per lo spazio di piú secoli nelle leggi del pari che nei costumi, si nelle istituzioni come nelle credenze, tanto nelle idee quanto nelle passioni; e scorgiamo poi questi elementi scomposti dell’antico ordine fondersi coi nuovi e preparare un sistema di progressiva civiltá che fa l’orgoglio della presente Europa e eh’ è la piú bella pagina degli annali della specie umana.

Un punto di veduta si elevato sfuggi alla sagacitá dei filosofi del secolo scorso, i quali non considerarono questo istorico periodo se non come quello nel quale il mondo classico antico era scomparso, dando luogo ad una vasta colonizzazione di barbari, che avevano col loro dominio fatto retrocedere lo scibile umano in tutte le sue diramazioni. Nel nostro secolo al contrario i sapienti deplorando tutto ciò che si distruggeva dal quinto all’undecimo, hanno veduto da questo al decimoquinto una serie di progressi importanti, che menavano ad un sistema di civiltá superiore a quello degli antichi, piú in armonia con le leggi di un vasto perfezionamento sociale comune a tutti gli uomini ed in conseguenza piú compiuto e piú solido.

Stabilita una volta questa partizione del medio evo in due periodi, uno che tendeva a scomporre l’antico ordine che reggeva