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Pagina:Blanch - Della scienza militare.djvu/85

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idee e delle forme che nel medio evo dominavano. Ed uno degli effetti piú significativi si era la distruzione dell’individualitá, cui venia sostituita la forza popolare che esclusivamente dirigeva il potere secondo i suoi fini e le forze morali e scientifiche che si elaboravano per pesare nell’ordine sociale e che costituirono la civiltá, facendo si che l’ingegno umano appropriandosi le forze della natura le trasformasse in mezzi, da ostacoli quali erano nelle societá dalla barbarie dominate.

Or ricercheremo la soluzione del problema che forma l’oggetto di questo discorso nella soluzione delle cinque quistioni seguenti:

1. Quali erano gli uomini, le armi e gli ordini nel periodo decorso tra il 1555 al 1648?

2. Qual era lo stato, quali le pratiche di guerra nella tattica, nella strategia, negli assedi e nei sistemi amministrativi militari durante lo stesso periodo?

3. Qual era lo stato, quali i progressi delle scienze esatte, naturali, morali e delle arti che ne derivano nella stessa epoca ?

4. Qual era lo stato sociale che predominava in Europa, nell’interno e nell’esterno, frutto del trattato di Westfalia che chiude questo periodo con si strepitosi avvenimenti?

5. Come tutto questo insieme può esser dedotto dallo stato della scienza militare considerato come simbolo dello stato sociale, e quali conseguenze ne derivano?

Noi segnalammo nell’epoca anteriore che giá la scelta degli uomini si risentiva del passaggio che la societá faceva dallo stato sociale del medio evo a quello conosciuto sotto il nome di « epoca moderna». Ma in questo periodo che descriviamo, gli eserciti permanenti eran piú solidamenti stabiliti; si formava un modo di reclutamento, il quale tendendo a contenere l’aristocrazia e le comuni piú che a giovarsene, escludeva l’influenza e la gerarchia feudale o comunale, dava alla forza pubblica una forma di ordini indipendenti dal suolo e dai luoghi, fondeva in uno le forze del paese pria sparse e discordi e le opponea concentrate a ciascuna forza dissidente: l’unitá monarchica e la