Pagina:Boccaccio, Giovanni – Decameron, Vol. I, 1955 – BEIC 1761101.djvu/38

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32 giornata prima

prendessono di questo, nondimeno se n’andarono ad una religione di frati e domandarono alcun santo e savio uomo che udisse la confessione d’un lombardo che in casa loro era infermo; e fu lor dato un frate antico di santa e di buona vita, e gran maestro in Iscrittura e molto venerabile uomo, nel quale tutti i cittadini grandissima e speziale divozione aveano, e lui menarono. Il quale, giunto nella camera dove ser Ciappelletto giacea ed allato postoglisi a sedere, prima benignamente il cominciò a confortare ed appresso il domandò, quanto tempo era che egli altra volta confessato si fosse. Al quale ser Ciappelletto, che mai confessato non s’era, rispose: — Padre mio, la mia usanza suole essere di confessarmi ogni settimana almeno una volta; senza che, assai sono di quelle che io mi confesso piú; è il vero che, poi che io infermai, che son presso ad otto dí, io non mi confessai, tanta è stata la noia che la ’nfermitá m’ha data.— Disse allora il frate: — Figliuol mio, bene hai fatto, e cosí si vuol fare per innanzi; e veggio che, poi sí spesso ti confessi, poca fatica avrò d’udire o di domandare.— Disse ser Ciappelletto: — Messer lo frate, non dite cosí; io non mi confessai mai tante volte né sí spesso, che io sempre non mi volessi confessare generalmente di tutti i miei peccati che io mi ricordassi dal dí che io nacqui infino a quello che confessato mi sono; e per ciò vi priego, padre mio buono, che cosí puntalmente d’ogni cosa mi domandiate come se mai confessato non mi fossi, e non mi riguardate perché io infermo sia, ché io amo molto meglio di dispiacere a queste mie carni che, faccendo agio loro, io facessi cosa che potesse essere perdizione dell’anima mia, la quale il mio Salvatore ricomperò col suo prezioso sangue.— Queste parole piacquero molto al santo uomo e parvongli argomento di bene disposta mente; e poi che a ser Ciappelletto ebbe molto commendato questa sua usanza, il cominciò a domandare se egli mai in lussuria con alcuna femina peccato avesse. Al quale ser Ciappelletto sospirando rispose: — Padre mio, di questa parte mi vergogno io di dirvene il vero, temendo di non peccare in vanagloria.— Al quale il santo frate disse: — Di’ sicuramente, ché il vero di-