Pagina:Boccaccio, Giovanni – Decameron, Vol. I, 1955 – BEIC 1761101.djvu/41

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novella prima 35

altro che batter la moglie, sí che io dissi una volta male di lui alli parenti della moglie, sí gran pietá mi venne di quella cattivella la quale egli, ogni volta che bevuto avea troppo, conciava come Iddio vel dica.— Disse allora il frate: — Or bene, tu mi di’ che se’ stato mercatante: ingannasti tu mai persona cosí come fanno i mercatanti? — Gnaffe,— disse ser Ciappelletto — messer sí, ma io non so chi egli si fu: se non che uno avendomi recati denari che egli mi doveva dare di panno che io gli avea venduto, ed io messigli in una mia cassa senza annoverare, ivi bene ad un mese trovai che egli erano quattro piccioli piú che esser non doveano; per che, non riveggendo colui ed avendogli serbati bene uno anno per rendergliele, io gli diedi per l’amor di Dio.— Disse il frate: — Cotesta fu piccola cosa, e facesti bene a farne quello che ne facesti.— Ed oltre a questo, il domandò il santo frate di molte altre cose, delle quali di tutte rispose a questo modo. E volendo egli giá procedere all’assoluzione, disse ser Ciappelletto: — Messere, io ho ancora alcun peccato che io non v’ho detto.— Il frate il domandò quale, ed egli disse: — Io mi ricordo che io feci al fante mio, un sabato dopo nona, spazzare la casa e non ebbi alla santa domenica quella reverenza che io dovea. — Oh!— disse il frate — figliuol mio, cotesta è leggèr cosa. — No, — disse ser Ciappelletto — non dite leggèr cosa, ché la domenica è troppo da onorare, però che in cosí fatto dí risuscitò da morte a vita il nostro Signore.— Disse allora il frate: — O altro hai tu fatto? — Messer sí,— rispose ser Ciappelletto — che io, non avvedendomene, sputai una volta nella chiesa di Dio.— Il frate cominciò a sorridere, e disse: — Figliuol mio, cotesta non è cosa da curarsene: noi, che siamo religiosi, tutto il dí vi sputiamo.— Disse allora ser Ciappelletto: — E voi fate gran villania, per ciò che niuna cosa si convien tener netta come il santo tempio, nel quale si rende sacrificio a Dio.— Ed in brieve de’ cosí fatti ne gli disse molti; ed ultimamente cominciò a sospirare ed appresso a piagner forte, come colui che il sapeva troppo ben fare quando volea. Disse il santo frate: — Figliuol mio, che hai tu?— Rispose ser Ciappelletto: