Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/110

Da Wikisource.
104 l'elegia di madonna fiammetta


il do buono: egli m’è grandissima pena il mentire, e con faticoso animo la sostengo, ma piú non posso».

Oh quante volte, o donne, ho io per questa iniquitá pietose lagrime ricevute, dicendo le circustanti donne me devotissima giovane di vanissima ritornata! Certo, io intesi piú volte di molte essere oppinione, me di tanta amicizia essere congiunta con Dominedio, che niuna grazia a lui da me dimandata, negata sarebbe; e piú volte ancora dalle sante persone per santa fui visitata, non conoscendo esse quel che nell’animo nascondea il tristo viso, e quanto li miei disiderii fossero lontani alle mie parole. O ingannevole mondo, quanto possono in te gl’infinti visi piú che li giusti animi, se l’opere sono occulte! Io, piú peccatrice che altra, dolente per li miei disonesti amori, però che quelli velo sotto oneste parole, sono reputata santa; ma conoscelo Iddio, che, se senza pericolo essere potesse, io con vera voce di me sgannerei ogni ingannata persona, né celerei la cagione che trista mi tiene: ma non si puote.

Come io ho a quella, che prima addimandata m’avea, risposto, l’altra dal mio lato, veggendo le mie lagrime rasciugare, dice:

— O Fiammetta, dov’è fuggita la vaga bellezza del viso tuo? Dove l’acceso colore? Quale è la cagione della tua pallidezza? Gli occhi tuoi, simili a due mattutine stelle, ora intorniati di purpureo giro, perché appena nella tua fronte si scernono? E gli aurei crini con maestrevole mano ornati per addietro, ora perché chiusi appena si veggono senza alcuno ordine? Dilloci, tu ne fai senza fine maravigliare. —

Da questa con poche parole sciogliendomi, dico:

— Manifesta cosa è l’umana bellezza essere fiore caduco, e da un giorno ad un altro venire meno, la quale se di sé dá fidanza ad alcuna, miseramente a lungo andare se ne truova prostrata. Quegli che la mi diede, con sordo passo sottomettendomi le cagioni da cacciarla, se l’ha ritolta, possibile a renderlami, quando gli pur piacesse. —

E questo detto, non potendo le lagrime ritenere, chiusa