Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/156

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150 l'elegia di madonna fiammetta


tutte prosperamente stavano, e che mai piú quivi non era dimorato, e ora intendeva di dimorarci poco. Queste cose mi fecero maravigliare, e dubitando non fossi gabbata, dimandai del suo nome, il quale egli semplicemente mi disse; il quale io non udii prima, che da somiglianza di nome me con teco conobbi ingannata. —

Udite io queste cose, il lume fuggí agli occhi miei, e ogni spirito sensitivo per paura di morte se n’andò via, e appena sopra le scale cadendo lá dove io era, tanta forza rimase in tutto il corpo che mi bastasse a dire oimè! La misera vecchia piagnendo, e l’altre servigiali della casa chiamate, me per morta nella trista camera sopra il mio letto portarono, e quivi con acque fredde rivocando gli smarriti spiriti, per lungo spazio credendo e non credendo me viva guardarono; ma poi che le perdute forze tornarono, dopo molte lagrime e sospiri, un’altra volta dimandai la dolente balia se cosí era come avea detto.

E oltre a ciò, ricordandomi quanto cauto essere solesse Panfilo, dubitando non egli si celasse dalla balia, con la quale mai non aveva parlato, aggiunsi che le fattezze di quel Panfilo, col quale ella era stata in ragionamento, mi dichiarasse. Ed essa primieramente con saramento affermandomi cosí essere come detto aveva, ordinatamente e la statura e le fattezze de’ membri, e massimamente quelle del viso e l’abito di colui mi dimostrò, li quali intera fede mi fecero cosí essere come la vecchia diceva. Per che, cacciata ogni speranza, rientrai ne’ primi guai, e levata, quasi furiosa, le liete robe mi trassi, e li cari ornamenti riposi, e gli ordinati capelli con inimica mano trassi dell’ordine loro, e senza niuno conforto a piangere cominciai duramente, e con amare parole a biasimare la fallita speranza e li non veri pensieri avuti dell’iniquo amante, e in brieve tutta nelle prime miserie tornai, e troppo piú fervente disio di morte ebbi che prima; né da quella sarei fuggita, come giá feci, se non che la speranza del futuro viaggio da ciò con forza non picciola mi ritenne.