Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/228

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222 l'elegia di madonna fiammetta


Nel 1511 fu ristampata l’edizione del 1503 col medesimo titolo e sottotitolo (dal sottotitolo furono eliminate le parole «che fiamma d’amore» che non davano senso; e infatti nel testo della lettera dello Squarciafico dalla quale provengono, seguiva ad esse la parola «significa»), ma con l’aggiunta «cum grande diligentia novamente emendata». In fine, dopo l’epistola dello Squarciafico: «Finisse il Libro di madonna fiametta a l’amorose donne mandato composto per Misser Ioanne Boccazo illustre poeta et Impresso in Venetia negli anni del signore MDXI Adi xxiii Decembrio»1.

L’edizione Giuntina del 15172 porta il titolo: Fiammetta del Boccaccio. Precede l’opera una breve lettera di dedica di Bernardo di Giunta a Cosimo Rucellai, della quale ecco il passo che può avere qualche interesse: «Voi leggendo il presente trattato troverrete una donna ne’ lacci d’Amore involta, e in essi miserissima quanto alcuna altra non ne fu giamai. Li cui sospiri, le cui lagrime, le cui dolenti rammaricationi, e a voi, e a qualunque, altro che quinci leggiera per aventura potranno essere utilissimo exemplo di non mettersi incautamente negli amorosi pericoli. Appresso quanto la lingua nostra habbi, e frutti e fiori, apertissimamente vederete. Il che anchora a ciascuno, che come voi di quella si diletta (benché pochi ne sieno) di non piccola consolatone gli fia cagione. Noi ci siamo ingiegnati quanto sono bastate le forze nostre di ridurla nella primiera perfettione, e massimamente poi che io feci pensiero di mandarla fuori sotto a il nome vostro. Alla qual cosa fare, n’è bisognato usare non poca diligenza per essere ella stata pel passato da molti stampatori externi lacerata e guasta, e in oltre qui scritta da huomini poco pratichi e trascurati, e in lettera piuttosto per far memoria de’ baratti su pe’ libri de’ mercatanti buona, che per iscrivere poesia, dove di qualche parte d’ingegno s’habbia a dare inditio. Pure l’habbiamo racconcia in maniera che voi paragonandola con qualunque altro bollissimo testo commenderete la opera nostra e terrete questo picciolo dono charo appresso di voi. Il che faccendo io che altro non cerco mi terrò d’ogni mia fatica oltre appagato».

Prima del prologo: «Incomincia il libro chia | mato elegia di madon | na Fiammetta da lei | alle innamora | te donne mandato.

  1. Un esemplare si trova presso la Biblioteca Nazionale di Palermo (Rari, 411).
  2. In Firenze se ne trova un esemplare presso la Riccardiana, e un altro presso la Marucelliana.