Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/34

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28 l'elegia di madonna fiammetta


uomini, ciò faccendo, laude degna e alta ne acquisterieno. Ma la mia penna, meno onesta che vaga, s’apparecchia di scrivere quegli ultimi termini d’amore, a’ quali a niuno è conceduto il potere, né con disio né con opera, andare piú oltre. Ma in prima che io a ciò pervenga, quanto piú supplicemente posso la vostra pietá invoco, e quella amorosa forza, la quale ne’ vostri teneri petti stando, a cotale fine tira li vostri disii, e priegole che, se ’l mio parlare vi par grave, dell’opera non dico, ché so che se a ciò state non siete giá d’esservi disiate, che esse prontissime surgano alla mia scusa. E tu, o onesta vergogna, tardi da me conosciuta, perdonami; e alquanto ti priego che qui presti luogo alle timide donne, acciò che, da te non minacciate, sicure di me leggano ciò che di sé, amando, disiano.

L’uno giorno all’altro dopo traevano con isperanza sollecita li suoi e miei disii; e ciò ciascuno agramente portava, avvegna che l’uno il dimostrasse all’altro occultamente parlando, e l’altro a l’uno di ciò si mostrasse schifo oltremodo, sí come voi medesime, le quali forse forza cercate a ciò che pilú vi sarebbe a grado, sapete che sogliono le donne amate fare. Esso adunque, in ciò poco alle mie parole credevole, luogo e tempo convenevole riguardato, piú in ciò che gli avvenne avventurato che savio, e con piú ardire che ingegno, ebbe da me quello che io, sí come egli, benché del contrario infingessimi, disiava. Certo, se questa fosse la cagione per la quale io l’amassi, io confesserei che ogni volta che ciò nella memoria mi tornasse, mi fosse dolore a niuno altro simile; ma in ciò mi sia Iddio testimonio che cotale accidente fu ed è cagione menomissima dell’amore che io gli porto; non per tanto niego che ciò, e ora e allora, non mi fosse carissimo. E chi sarebbe quella sí poco savia che una cosa che amasse non volesse, anzi che lontana, vicina? e quanto maggiore fosse l’amore piú sentirsela appresso? Dico adunque che, dopo cotale avvenimento, da me avanti non che saputo, ma pur pensato, non una volta, ma molte con sommo piacere, e la fortuna e il nostro senno ci consolò lungo tempo a tale