Pagina:Boccaccio, Giovanni – Elegia di Madonna Fiammetta, 1939 – BEIC 1766425.djvu/94

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88 l'elegia di madonna fiammetta


di quelli, sí come io credo; e oltre a ciò in quelle cresciuta fui, né mai ritraesti la mano. Queste cose certo continuamente magnanima possedei, e come mutabili le trattai, e oltre alla natura delle temine, liberalissimamente l’ho usate.

«Ma io, ancora nuova, te delle passioni dell’animo donatrice non sappiendo che tanta parte avessi ne’ regni d’Amore, come volesti, m’innamorai, e quello giovane amai, il quale tu sola, e altri no, parasti davanti agli occhi miei allora che io piú ad innamorare mi credea essere lontana. Il piacere del quale poi che nel cuore con legame indissolubile mi sentisti legato, non stabile,’piu volte hai cercato di farmene noia; e alcuna volta hai li vicini animi con vani e ingannevoli ingegni sommossi, e talvolta gli occhi, acciò che palesato nocesse il nostro amore. E piú volte, sí come tu volesti, sconcie parole dell’amato giovane alli miei orecchi pervennero, e alli suoi di me sono certa che facesti pervenire, possibili, essendo credute, a generare odio; ma esse non vennero mai al tuo intendimento seconde, ché, posto che tu, dèa, come ti piace guidi le cose esteriori, le virtú dell’anima non sono sottoposte alle tue forze: il nostro senno continuamente in ciò t’ha soperchiata. Ma che giova però a te opporsi? A te sono mille vie da nuocere a’ tuoi nemici, e quello che per diritto non puoi, conviene che per obliquo forniscili. Tu non potesti ne’ nostri animi generare nimicizia, e ’ngegnastiti di mettervi cosa equivalente, e oltre a ciò gravissima doglia e angoscia.

«I tuoi ingegni, per addietro rotti col nostro senno, si risarcirono per altra via, e inimica a lui parimente e a me, con li tuoi accidenti porgesti cagione di dividere da me l’amato giovane con lunga distanza. Oimè! quando avrei io potuto pensare che in luogo a questo tanto distante e da questo diviso da tanto mare, da tanti monti e valli e fiumi, dovesse nascere, te operante, la cagione de’ miei mali? Certo non mai, ma pure è cosí; ma con tutto questo, avvegna che egli sia lontano a me, e io a lui, non dubito che egli m’ami, sí come io lui, il quale io sopra tutte le cose amo. Ma che vale questo amore ad effetto piú che se fossimo nemici? Certo niuna cosa: