Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/120

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ch’egli è la forma del trattato e la forma del trattare. La forma del trattato è divisa in tre, secondo la triplice divisione del libro. La prima divisione è quella secondo la quale tutta l’opera si divide, cioè in tre cantiche; la seconda divisione è quella secondo la quale ciascuna delle tre cantiche si divide in canti; la terza divisione è quella secondo la quale ciascun canto si divide in rittimi. La forma, o vero il modo del trattare, è poetico, Attivo, discrittivo, digressivo e transuntivo; e con questo, difinitivo, divisivo, probativo, reprobativo e positivo d’esempli. La causa efficiente è esso medesimo autore Dante Alighieri, del quale piú distesamente diremo appresso, dove del titolo del libro parleremo. La causa finale della presente opera è: rimuovere quegli che nella presente vita vivono, dallo stato della miseria, allo stato della felicitá.] [La seconda cosa principale, che è da vedere, è qual sia il titolo del presente libro, il quale secondo alcuni è questo: «Incomincia la Commedia di Dante Alighieri fiorentino»; alcun altro, seguendo piú la ’ntenzione dell’autore, dice il titolo essere questo: «Incominciano le cantiche della Commedia di Dante Alighieri fiorentino». La quale, percioché, come detto è, è in tre parti divisa, dice il titolo di questa prima parte essere: «Incomincia la prima cantica delle cantiche della Commedia di Dante Alighieri»; volendo per questa mostrare dovere il titolo di tutta í’opera essere: «Cominciano le cantiche della Commedia di Dante» ecc., come detto è.] [Ma, perché questo poco resulta, il lasceremo nell’albitrio degli scrittori, e verremo a quello per che all’autore dovè parere di doverlo cosí intitolare, dicendo la cagione del titolo secondo, percioché in quello si conterrá la cagione del primo, il quale quasi da tutti è usitato. E ad evidenzia di questo, secondo il mio giudicio, è da sapere, si come i musici ogni loro artificio formano sopra certe dimensioni di tempi lunghe e brievi, e acute e gravi, e della varietá di queste, con debita e misurata proporzione congiunta, e quello poi appellano «canto»; cosí i poeti, non solamente quelli che in latino scrivono, ma eziandio coloro che, come il. nostro autore fa, volgarmente G. Boccaccio, Scritti danteschi -1. 8