Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/132

Da Wikisource.

E nominasi questo luogo Averno, ab «a», quod est «sine», «vernus», quod est «laetitia»: cioè luogo «senza letizia». E in altra parte nel preallegato libro il chiama Tartaro: quivi: . tum Tartarus ipse bis patet in praeceps, ecc.

E questo nome è detto da «tortura», cioè da tormentamento, il quale i miseri in questo ricevono; ed è, secondo Virgilio, questo la piú profonda parte dello ’nferno. Chiamalo ancora Dite nel preallegato libro, dove dice: Perque domos Ditis vacuas, et inanta regna. Ed è cosí chiamato dal suo re, il quale da’ poeti è chiamato Dite, cioè ricco e abbondante; percioché in questo luogo grandissima moltitudine d’anime discendono sempre. Nominalo similmente Orco nel libro spesse volte allegato, dove scrive: Vestibulum ante ipsum, primisque in faucibtis Orci. Ed è chiamato Orco, cioè oscuro, percioché è oscurissimo, come nel processo apparirá. Oltre a questo l’appella Èrebo nel giá detto libro, dicendo: Venitnus, et magnos Èrebi transnavimus amnes. E però è chiamato Èrebo, secondo che dice Uguccione, perché egli s’accosta molto co’ suoi supplici a coloro, li quali miseramente riceve e in sé tiene. Ed è ancora chiamato questo luogo Baratro, come appresso dice l’autore nel canto ventiduesimo di questa parte, dove dice: «Cotal di quel barátro era la scesa». E chiamasi Baratro dalla forma di un vaso di giunchi, il quale è ritondo, nella parte superiore ampio e nella inferiore angusto. Chiamalo ancora Abisso, si come nell’Apocalisse si legge ove dice: «Bestia quae ascendet de abysso, faciet adversus illos bellum»; e in altra parte: «Data est illi clavis putei abyssi, et aperuit puteum abyssi-». 11 qual nome significa «profonditá». Hanne ancora il detto luogo alcuni, ma basti al presente aver narrati questi.]