Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/144

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[«Quando vidi costui», cioè Virgilio apparitegli dinanzi, «pel gran diserto», cioè per quella tenebrosa valle, meritamente chiamata dall’autore «diserto», sendo si aspra, come di sopra ha detto, e priva di luce; «— Miserere di me — gridai a lui». Si come molte volte gl’impauriti e sbigottiti usano, per essere del loro avvenuto caso soccorsi, gridare; tale l’autore, nella paura presa della orribile bestia, fece alla veduta di Virgilio, umilmente verso di lui gridando: — Abbi misericordia di me, — quasi dicendo: —Aiutami, — come piú innanzi si dichiarerá.] «— Qual che tu sii, od ombra od uomo certo». — Non conosceva quivi l’autore, per lo impedimento della paura, se costui, che apparito gli era, era piú tosto spirito che uomo o uomo che spirito; e in questo parlare in forse il chiama «ombra», il qual è vocabolo usitatissimo de’ poeti; e questo muove da ciò, che altrimenti prendere non si possono, che l’uomo possa pigliare l’ombra che alcun corpo faccia. E, percioché questa materia, cioè che cosa sia l’ombra ovvero anima, e come l’ombra prenda quel corpo, il quale agli occhi nostri appare che ella abbia, quando talvolta n’appaiono, si tratterá, si come in luogo ciò richiedente, nel venticinquesimo canto del Purgatorio, non curo qui di farne piú luogo sermone. «Risposemi: — Non uom». In questa seconda particella si dimostra chi costui fosse che apparito gli era; e questo si dimostra per sei cose spettanti al domandato. Dice adunque «non uomo», a dimostrare che l’uomo è composto d’anima e di corpo, e però, separato l’uno dall’altro, non rimane uomo, né il corpo per se medesimo, né l’anima per sé; e in quanto dice «uomo giá fui», mostra sé essere spirito giá stato congiunto con corpo. «E li parenti miei». È colui che si manifesta qui, Virgilio; e prima si manifesta dalla regione nella quale nacque, in quanto dice, «furon lombardi». Dove è da sapere che Virgilio fu figliuolo di Virgilio lutifigolo, cioè d’uomo il quale faceva quell’arte, cioè di comporre diversi vasi di terra; e la madre di lui, secondo che dice Servio Sopra V «Eneida», quasi nel principio, ebbe nome Maia. Dice adunque che costoro furono lombardi, cosí dinominati da Lombardia, provincia situata tra ’l monte