Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/214

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si poteva andare, ma alla riva: e ’l fiume scemato, ed essi trovati vivi da una chiamata Acca Laurenzia, moglie d’un pastore del re, chiamato Faustulo, furono raccolti e nutricati, niente sappiendone il re, e cosí nominati da Faustolo. Li quali cresciuti, ed avendo reale animo, ed essendo pastori e capitani e maggiori di ladroni e d’uomini violenti, ed avendo da Faustulo sentito cui figliuoli erano; composto il modo tra loro, fu l’un di loro preso e menato davanti dal re e accusato; e l’altro, attendendo il re ad udire la querela, feritolo di dietro, l’uccise; e a Numitore loro avolo, che in villa si stava, restituirono il reame; ed essi, tornatisene lá dove allevati erano stati, fecero quella cittá, la qual, da Romolo dinominata Roma, divenne donna del mondo. Per la qual cosa appare Enea essere stato padre di Roma. Appresso, partitosi Iulio Proculo, il quale fu bisnipote di lidio Silvio e di Romulo, re d’Alba, e discendente, come detto è, d’Enea, e venutosene con Romolo ad abitare a Roma; quivi fondò la famiglia de’ Giuli secondo che Eusebio, in libro Temfiorum, dice: li quali poi in Roma, per continue successioni perseverando, infino a Gaio Iulio Cesare pervennero. Il quale, non avendo alcun figliuolo, s’adottò in figliuolo Ottaviano Ottavio [li cui antichi, secondo che dice Svetonio, De XII Caesariòus, furono di Velletri], figliuolo d’una sua sirocchia carnale, chiamata Iulia: ed in costui poi fu di pari consentimento del senato e del popolo di Roma, come davanti è detto, commesso il governo della republica, e fu cognominato Augusto; e fu il primo imperadore, e de’ discendenti di Enea. E cosí Enea fu similmente padre dello ’mperio, cioè della dignitá imperiale. «La quale», cioè Roma, «e ’l quale», imperio, «a voler dir lo vero, Fúr stabiliti», ordinati per evidenzia da Dio, «per lo loco santo», cioè per la sedia apostolica, «U’ siede il successor», cioè il papa, «del maggior Piero», cioè di san Piero apostolo, il quale chiama «maggiore» per la dignitá papale e a differenza di piú altri santi uomini nominati Piero. E che questo fosse preveduto e ordinato da Dio, appare nelle cose seguite poi, tra le quali sappiamo Costantino imperadore, mondato