Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/221

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E percioché questa è la primiera volta che di questa donna nel presente libro si fa menzione, non pare indegna cosa alquanto manifestare di cui l’autore, in alcune parti della presente opera, intenda nominando lei, conciosiacosaché non sempre di lei allegoricamente favelli. Fu adunque questa donna (secondo la relazione di fededegna persona, la quale la conobbe, e fu per consanguinitá strettissima a lei) figliuola d’un valente uomo chiamato Folco Portinari, antico cittadino di Firenze: e, come che l’autore sempre la nomini Beatrice dal suo primitivo, ella fu chiamata Bice; ed egli acconciamente il testimonia nel Paradiso, lá dove dice: «Ma quella reverenza, che s’indonna Di tutto me, pur per B e per ice»; E fu di costumi e d’onestá laudevole quanto donna esser debba e possa, e di bellezza e di leggiadria assai ornata; e fu moglie d’un cavaliere de’ Bardi, chiamato messer Simone; nel ventiquattresimo anno della sua etá passò di questa vita, negli anni di Cristo milleduecentonovanta. Fu questa donna maravigliosamente amata dall’autore. Né cominciò questo amore nella loro provetta etá, ma nella loro fanciullezza; peroché, essendo ella d’etá d’otto anni e l’autore di nove, si come egli medesimo testimonia nel principio della sua Vita nuova, prima piacque agli occhi suoi. Ed in questo amore con maravigliosa onestá perseverò mentre ella visse. E molte cose in rima, per amore ed in onor di lei’giá compose; e, secondo che egli nella fine della sua Vita Nuova scrive, esso in onor di lei a comporre la presente opera si dispose; e come appare e qui e in altre parti, assai maravigliosamente l’onora. — «O anima». Qui cominciano le parole, le quali Virgilio dice essergli state dette da questa donna, nelle quali la donna, con tre commendazioni di Virgilio, si sforza di fariosi benivolo ed ubbidiente, dicendo primieramente: «cortese», il che in qualunque, quantunque eccellente uomo e onorevole, titolo è da disiderare, percioché in ciascuno nostro atto è laudevole cosa Tesser cortese; quantunque molti vogliano che ad altro non si riferisca Tesser cortese, se non nel donare il suo ad altrui; «mantovana», il che la donna dice per mostrare che ella il conosca, e a lui voglia dire e dica, e non ad un altro;