Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/242

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la ragion perduta, siamo divenuti quegli animali bruti, a’ quali, come altra volta è detto, sono i nostri difetti conformi. Il che se altra dottrina non ci mostrasse, spesse volte ne ’I mostrano le poetiche fizioni, quando ne dicono alcuno uomo essersi trasformato in lupo, alcuno in leone, alcuno in asino o in alcun’altra forma bestiale. E come la ragione dalla grazia salvificante è nella sua real sedia rimessa, fatta donna e consultrice t» e aiutatrice del peccatore, il toglie co’ suoi ammaestramenti dinanzi a’ vizi, li quali gli hanno tolta la corta salita al monte, cioè al luogo della sua salute. E «corta» dice, percioché agli uomini, li quali in istato d’innocenzia vivono, è il salire a questo monte leggerissimo, si come il salmista ne mostra, lá dove dice: «Quis ascendet in monlem Domini, aut quis stabit in loco snncto gius?». E rispondendo alla domanda, quello n’afferma che io dico, dicendo: «Innocens manibus et mondo corde, qui non acccpil in vano animavi suam, nec iuravit in dolo proxímo suo»; ma a coloro diventa molto lunga, i quali ne’ peccati miseramente vivono. E, oltre a questo, riprende e morde la viltá dell’animo di quegli, i quali, tirati dalle mollizie del mondo, del divino aiuto mostran di disperarsi; mostrando loro come, per loro [Inumile orazione, la misericordia di Dio e la grazia salvificante procurili per loro nel cospetto di Dio; mostrando ancora come sicuramente ad ogni affanno metter si possano, avendo sé, cioè, la grazia cooperante, con loro e in loro aiuto e consiglio. Maraviglierannosi per avventura alcuni, e diranno: — A che era di bisogno che la grazia salvificantc movesse o rilevasse la ragione nell’autore? — Alla qual domanda è la risposta prontissima. Vuole cosí la ragion delle cose che, negli atti morali, si come questo è, noi non possiamo alcuna cosa bene adoperare né con ordine debito, se noi primieramente non cognosciamo il fine al qual noi dobbiamo adoperare; percioché la notizia di quello ha a causare i nostri primi atti, e di quindi ad ordinare quegli che appresso a’ primi e susscguentemente deono seguire. Come comporrá il cirugico il suo unguento, o il fisico la sua medicina, se prima il cirugico non vede il malore, il fisico l’umore da purgare? Come dará il nocchiere la