Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. I, 1918 – BEIC 1758493.djvu/32

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essere strumento d’alcuna artificiosa materia; anzi solamente in leggerissime cose d’amore con essa s’esercitavano. Costui mostrò con effetto con essa ogni alta materia potersi trattare, e glorioso sopra ogni altro fece il volgar nostro. Ma, poiché la sua ora venne segnata a ciascheduno, essendo egli giá nel mezzo o presso del cinquantesimo sesto suo anno infermato, e secondo la cristiana religione ogni ecclesiastico sacramento umilmente e con divozione ricevuto, e a Dio per contrizione d’ogni cosa commessa da lui contra al suo piacere, si come da uomo, riconciliatosi; del mese di settembre negli anni di Cristo mcccxxi, nel di che la esaltazione della santa Croce si celebra dalla Chiesa, non sanza grandissimo dolore del sopradetto Guido, e generalmente di tutti gli altri cittadini ravignani, al suo Creatore rendè il faticato spirito; il quale non dubito che ricevuto non fosse nelle braccia della sua nobilissima Beatrice, con la quale nel cospetto di Colui eh’è sommo bene, lasciate le miserie della presente vita, ora lietissimamente vive in quella, alla cui felicitá fine giammai non s’aspetta. XV SEPOLTURA E ONORI FUNEBRI Fece il magnanimo cavaliere il morto corpo di Dante d’ornamenti poetici sopra uno funebre letto adornare; e quello fatto portare sopra gli omeri de’ suoi cittadini piú solenni, infino al luogo de’ frati minori in Ravenna, con quello onore che a si fatto corpo degno estimava, infino quivi quasi con publico pianto seguitolo, in una arca lapidea, nella quale ancora giace, il fece porre. E, tornato alla casa nella quale Dante era prima abitato, secondo il ravignano costume, esso medesimo, si a commendazione dell’alta scienzia e della vertú del defunto, e si a consolazione de’ suoi amici, li quali egli avea in amarissima vita lasciati, fece un ornato e lungo sermone;