Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/188

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vera perfezion giammai non vada». Andrá adunque non in perfezione, ma in alcuna similitudine di perfezione, in quanto riavranno i corpi cosí come gli riavranno i beati; ma i beati gli riavranno in aumento di gloria, dove i dannati gli riavranno in aumento di tormento e di pena, la quale è diminuzione di perfezione. «Di lá», cioè dalla sentenzia di Dio, «piú che di qua», dalla detta sentenzia, «essere aspetta», — in maggior pena; cioè aspetta, dopo i corpi riavuti, molta maggior pena che essi non hanno o avranno infino al di che i corpi riprenderanno. «Noi aggirammo». Qui comincia la quinta e ultima parte nella quale l’autor mostra dove pervenissero. E dice: «Noi aggirammo a tondo quella strada», e dice «a tondo», percioché ritondo è quello luogo, come molte volte è stato detto; «Parlando piú assai ch’io non ridico», pure intorno alla vita futura; «Venimmo al punto», cioè al luogo, «dove si disgrada», per discendere nel quarto cerchio dello ’nferno. «Quivi trovammo Pluto il gran nemico», cioè il gran dimonio. Il qual Pluto, chi egli sia, racconteremo nel canto seguente. Nondimeno il chiama qui l’autore avvedutamente «il gran nimico», in quanto, come si dirá appresso, esso significa le ricchezze terrene, le quali in tanto sono a’ mortali grandissime nimiche, in quanto impediscono il possessordi quelle a dover potere intrare in paradiso; dicendo Cristo nell’Evangelio: essere piú malagevol cosa ad un ricco entrare in paradiso che ad un cammello entrare per la cruna dell’ago. [Le quali parole piú chiaramente che il testo non suona esponendo, secondo che ad alcun dottor piace, si deono intendere cosí: cioè essere in Ierusalem stata una porta chiamata Cruna d’ago, si piccola, che senza scaricare della sua soma il cammello, entrar non vi potea, ma scaricato v’entrava. E cosí, moralmente esponendo, è di necessitá al ricco, cioè all’abbondante di qualunque sustanza, ma in singularitá delle ricchezze male acquistate, di porre la soma di quelle giuso, se entrare vogliono in paradiso, 1 entrata del quale è strettissima. Se adunque esse impediscono il nostro entrare in tanta beatitudine, meritamente dir si possono grandissime nostre nemiche, ecc.]