Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/78

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per ucciderlo, udendo la dolcezza del canto di costui, il quale per avventura allora in quella parte cantava, per la quale il giovane seguiva il suo nemico, dimenticato l’odio, si ritenne ad ascoltarlo. Costui, secondo che scrive Papia, investigando il luogo della montagna di Mongibello in Cicilia, disavvedutamente cadde in una fossa di fuoco, e in quella, non potendosi aiutare, fu ucciso dal fuoco. Fiori regnante Artaserse. «Eraclito». Eraclito è assai appo gli antichi filosofi famoso; ma di lui altro nella mente non ho, se non che quegli libri, li quali egli compose, furono con tanta oscuritá di parole e di sentenze scritti da lui, che pochi eran coloro li quali potessero de’ suoi testi trar frutto; per la qual cosa fu cognominato «tenebroso». Dove vivesse, p quello che egli adoperasse, o di che etá morisse, o dove, non trovai mai; quantunque alcuni dicono lui essere stato contemporaneo di Democrito. E «Zenone». Furono due eccellenti filosofi, de’quali ciascuno fu nominato Zenone; ma, percioché qui non si può comprendere di quale l’autor si voglia dire, brievemente diremo d’amenduni. Fu adunque l’uno di questi chiamato Zenone eracleate. Costui, potendosi in pace e in quiete riposare in Eraclea, sua cittá, e in sicura libertá vivere, avendo all’altrui miseria compassione, se ne andò a Girgenti in Cicilia, in que’ tempi da miserabile servitudine oppressa, soprastantele la crudel tirannia di Falaris, volendo quivi esperienza prendere del frutto che dar potesse la sua scienza. Ed essendosi accorto il tiranno piú per consuetudine di signoreggiaxe che per salutevol consiglio, tenere il dominio, con inaravigliose esortazioni i nobili giovani della cittá infiammò in disiderio di libertá. La qual cosa pervenuta agli orecchi di Falaris, fece di presente prender Zenone, e lui nel mezzo della corte posto al martorio, il domandò quali fossero coloro che del suo consiglio eran partefici. De’ quali Zenone alcuno non ne nominò; ma in luogo di essi nominò tutti quegli che piú col tiranno eran congiunti, e ne’ quali esso piú si fidava: e in tal guisa renduti gli amici suoi sospetti a Falaris, fieramente cominciò a mordere e a riprendere la tristizia e la timiditá de’ giovani circustanti: e quantunque d’.etá vecchio