Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. II, 1918 – BEIC 1759042.djvu/84

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che la cagione si fosse, venuto in disgrazia di Claudio Cesare, il rilegò nell’isola di Corsica, nella quale egli stette parecchi anni. Poi, avendo Claudio fatta uccidere Messalina, sua moglie, per gli manifesti suoi adultèri, e presa in luogo di lei Agrippina, figliuola di Germanico e sorella di Gaio Caligula imperadore e moglie di Domizio Nerone, padre di Nerone Cesare; a’ prieghi di lei fu da Claudio rivocato in Roma e restituito ne’ suoi onori, e, oltre a ciò, dato per maestro a Nerone, ancora assai giovanetto, col quale in grandissimo colmo divenne e massimamente di ricchezze. Egli fu uditore d’ un famoso filosofo in que’ tempi, chiamato Focione, della setta degli stoici; e, quantunque in molte facultá solennissimo divenisse, pure in filosofia morale, secondo la setta stoica, divenne mirabile uomo, e in tanto piú commendabile, in quanto i suoi costumi, quanto piú esser potessono, furon conformi alla sua dottrina. E, perseverando in continuo esercizio, compose molti e laudevoli libri, si come il libro De beneficiti, quello De ira, quello De clementía a Nerone, quello De tranquillitate animi, quello De remediti fortuitorum, quello De quaestionibus naturalibus, quello De quatuor virtutibus, quello De consolatione ad Elviam e altri piú. Ma sopra tutti fu quello Delle pistole a Lucilio, nel quale, senza alcun dubbio, ciò che scriver si può a persuadere di virtuosamente vivere, in quel si contiene: e quello ancora chesi chiama Le declamazioni. Compose, oltre a questi, un altro, secondo che alcuni vogliono, il quale è molto piú poetico che morale, ed è in prosa e in versi, in forma di tragedia: e in quello discrive come Claudio Cesare fosse cacciato di paradiso e menatone da Mercurio in inferno. E che esso questo componesse, quantunque a me non paia suo stilo, nondimeno alquanta fede vi presto, percioché egli ebbe fieramente in odio Claudio, per la ingiuria dello esilio ricevuta da lui; e quello libretto per tutto non è altro che far beffe di Claudio e della sua poca laudevol vita. Ma, poiché Claudio, per lo ’nganno d’Agrippina, sua moglie, fu morto dal veleno, datogli mangiare ne’ boleti, e per l’astuzia di lei posposto Britannico, figliuolo legittimo e naturai di Claudio; Nerone, figliuolo adottivo del detto Claudio e d’Agrippina