Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/163

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e bestialmente adoperarono: percioché, secondo ne dimostra Tullio nel Sogno di Scipione, lo spirito «è da rendere e non da cacciare».

Puote adunque apparere, quelli cotali, che se medesimi ucci dono, aver perduto quello per che chiamati debbiamo essere «animali razionali». Oltre a questo, percioché ogni animale non razionale ma sensibile, quanto puote naturalmente fugge non solamente la morte, ma ogni passion nociva, si come contraria e nimica al senso; non pare che colui, il quale contro a questa universal natura delle cose sensibili adopera, si come color fanno li quali se medesimi feriscono e uccidono, si possa o si debba giustamente dire «sensibile animale». E percioché pure animale è, resta ad essere animale di quella spezie, la qual non ha né ragione né sentimento, cioè vegetativo. E perciò l’autore in forma di vegetativo in questo luogo dimostra coloro che se medesimi uccisono, cioè in forma d’albero: il qual discrive noderoso e avvolto e pieno di stecchi, volendo per questo significare il nudrimento della potenzia vegetativa essere stato in cosa del tutto trasvolta dalla ragione, e contro ad ogni diritto sentimento aspra e spinosa.

Che l’arpie sieno loro cagione di doglia e di tormento, può esser questa la ragione. Viene tanto a dire in latino questo vocabolo «arpia», quanto «rapacitá» o «rapina»; e, percioché la cagione della perdizion di queste anime è la rapina, la quale a se medesime fecero della presente vita, uccidendosi; conoscendo esse ciò, e rammemorandosene, se ne dolgono e attristano con perpetui guai; e cosi questa rapina le fa dolorose, e ancora le costrigne a rammaricarsi e a far sentire il suo rammarichio. E non solamente gli attristano di questo, ma ancora, col toccar loro, gli rendon brutti e fetidi: intendendo per questo l’abominevole atto della uccisione aver del tutto ogni lor fama maculata e renduta orribile e biasimevole nel cospetto delle genti. E in quanto fanno i nidi sopra le lor dolorose piante, vuole mostrare cosi il lor dolore doversi continuamente aumentare, come la quantitá de’ tormentatori s’accresce nidificando e figliando. [Della loro erronea opinione è assai detto nella esposizion