Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/170

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[L«z. LIII] «O vendetta di Dio». Qui comincia la seconda parte del presente canto, nella quale, poiché l’autore ha discritta la qualitá del luogo nel quale pervenne, dimostra sé aver vedute greggi d’anime dannate, e dimostra similmente la pena loro. Dice adunque: «O vendetta di Dio». [Questo vocabolo «vendetta» usa impropriamente l’autore, si come molti altri fanno; percioché vendetta propriamente è quella che gli uomini disiderano d’alcuna ingiuria, la quale hanno, o par loro avere, da alcun ricevuta; il qual disiderio non può cadere in Dio, percioché Iddio, come altra volta è stato detto, è una essenzia perfettissima, stabile ed eterna, e perciò in esso non può alcuna passione aver luogo. Ma noi ragioniam di lui come noi facciamo di noi medesimi: e assai son di quegli che scioccamente quello stimali di lui, che di se medesimi fanno, cioè che egli s’adiri, che egli s’accenda in furore, che egli si vendichi. Ed egli non è cosi. È il vero che le nostre non buone operazioni meritano d’esser punite, alla punizion delle quali insurge la sua giustizia; e questa, di sua natura, non come commossa da alcuna passione, secondo i meriti ritribuisce a ciascuno; e perciò, se per le sue malvagie opere ad alcuno avviene men che bene, noi diciamo ciò essere la vendetta di Dio, la qual, propriamente parlando, è l’operazion della divina giustizia. Vuoisi adunque questo vocabol «vendetta» intendere in questo luogo «giustizia di Dio».] «Quanto tu dèi Esser temuta da ciascun che legge», nel presente libro, «Ciò che fu manifesto agli occhi miei», de’ tuoi effetti! «D’anime nude vidi molte gregge», cioè molte brigate, molte schiere, «Che piangien tutte assai miseramente». Qui, posta la generai pena di tutte, discende alle particularitá, dicendo: «E parea posta lor», dalla giustizia, «diversa legge». E, venendo a dir quale, séguita: «Supin giaceva in terra alcuna genta», cioè parte di queste molte; e dice giacevan «supine», cioè col viso volto insú; «Alcuna», parte di questa molta gente, «si sedea tutta raccolta», con le gambe raccolte sotto Tanche, «Ed altra», parte di questa gente, «andava continuamente. Quella che giva intorno era piú molta», che alcuna dell’altre due le quali ha discritte, «E quella men, che