Pagina:Boccaccio, Giovanni – Il comento alla Divina Commedia e gli altri scritti intorno a Dante, Vol. III, 1918 – BEIC 1759627.djvu/200

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«raggi ugnerò la mia masnada», cioè questa brigata, con la quale al presente sono, e «Che va piangendo i suoi eterni danni», — cioè il suo perpetuo tormento. «Io non osava scender della strada», cioè dell’argine, «Per andar par di lui»; e la ragione era, perché egli si sarebbe cotto, se al pari di lui fosse disceso; «ma ’l capo chino Tenea», verso di lui, «coiti’», il tiene, «uom che riverente vada», appresso ad alcuno venerabile uomo. «E1 cominciò: —Qual fortuna o destino»; vogliono alcuni che «destino» sia alcuna cosa previsa e inevitabile; «Anzi l’ultimo di», cioè anzi la morte, «quaggiú ti mena?» in inferno tra noi, «E chi è questi che mostra’l cammino?» — Alla qual domanda l’autor risponde: — «Lassú di sopra in la vita serena», —cioè nel mondo, il quale è chiaro, per rispetto a questo luogo, «Rispuos’io lui,—mi smarrí’ in una valle». Di questa valle è assai detto davanti nel primo canto del presente libro, e perciò qui non bisogna di replicare. E qui notantemente dice «mi smarrí’», non dice mi «perde’», per darne a sentire che le cose perdute non si ritruovan mai, ma le smarrite si, quantunque simili sieno alle perdute, tanto quanto a ritrovar si penano: e cosi coloro, li quali hanno perduta la diritta via per malizia o per dannazion perpetua, mai piú in quella non rientrano; coloro, che l’hanno smarrita per li peccati commessi, avendo spazio di potersi péntere e ravvedere, la posson ritrovare e rientrare in quella e procedere avanti al disiderato termine. E, percioché di questi cotali era l’autore, che non era perduto ma smarrito nella selva, come di sopra è detto, dice «mi smarrí’in una valle».

E dice che vi si smarrí: «Avanti che l’etá mia fosse piena». Mostrato è stato, nel primo canto di questo libro, gli anni degli uomini stendersi infino al settantesimo, e che infino al trentesimo quinto continuamente, o alla statura dell’uomo, o alle forze corporali s’aggiugne, e perciò in quello tempo si dice essere l’etá dell’uomo «piena». Dice adunque l’autore che esso, avanti che egli a questa etá pervenisse, si smarrí in quella valle: il che assai ben si comprende nel predetto canto, percioché