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240 il corbaccio

riconosciuto. Era costei, e oggi piú che mai credo che sia, quando la mattina usciva del letto, col viso verde, giallo, maltinto, d’un colore di fumo di pantano e broccuta, quali sogliono gli uccelli che mudano, grinza e crostuta e tutta cascante; in tanto contraria a quello che parea, poiché avuto avea spazio di leccarsi, che appena che niuno il potesse credere, che veduto non l’avesse, come vid’io giá mille volte. E chi non sa che le mura affumicate, non che i visi delle femmine, ponendovi su la biacca, diventano bianche e, oltre a ciò, colorite, secondo che al dipintore di quelle piacerá di porre sopra il bianco? Echi non sa che, per lo rimenare, la pasta, che è cosa insensibile, non che le carni vive, gonfia; e, dove mucida parea, diviene rilevata? Ella si stropicciava tanto e tanto si dipigneva e si faceva la buccia, la quale per la quiete della notte era in giú caduta, rilevarsi che a me, che veduta l’avea in prima, una strana maraviglia me ne facea. E se tu, come io ’l piú delle mattine la vedea, veduta l’avessi colla cappellina fondata in capo e col veluzzo dintorno alla gola, cosí pantanosa nel viso, come ora dissi, e col mantello foderato covare il fuoco, in su le calcagna sedendosi, colle occhiaia livide tossire e sputare farfalloni, io non temo punto che tutte le sue virtú, dal tuo amico udite, avessero tanto potuto farti di lei innamorare che, quelle vedendo, cento mila cotanti non t’avessero fatto disamorare. Quale ella dovesse essere, quando i Pisani col vermiglio all’asta cavalcano, colla testa lenzata e stretta, la doglia al capo apponendo, dove alla parte opposita era il male, pènsalti tu. Sono molto certo che, se veduta cosí fatta l’avessi, o la vedessi, che, dove di’ che, vedendola, al cuore dal suo viso le fiamme ti corsero, come fanno alle cose unte, ti sarebbe paruto che ti si fosse fatto incontro una soma di feccia o un monte di letame; per lo quale saresti, come per le spiacevoli cose si fa, fuggito; e ancor fuggiresti e fuggirai, la mia veritá immaginando.

«Ma da procedere piú avanti ci resta. Tu la vedesti grande e compressa; parmi essere certo, come io sono della beatitudine che per me s’aspetta, che, riguardando il petto suo, tu