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Pagina:Boccaccio, Giovanni – Opere latine minori, 1924 – BEIC 1767789.djvu/293

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Il Bocc. scrisse senza dubbio un numero maggiore di poesie latine di quante da me furono potute rintracciare e raccogliere; non saprei dire tuttavia se i suoi contemporanei ne conoscessero molte piú di noi. Espressioni generiche come quelle usate da Filippo Villani nella sua biografia del poeta1 non permettono di renderci conto di ciò. Comunque, oltre ai pochi carmi autentici che sopravvissero2, ce ne fu naturalmente anche qualcuno che venne ascritto al Nostro senza ragione3. Apocrifi sono, infatti, con tutta certezza i due che cominciano:

1) Quando erit obscuri laribus contentus Amicle, interposto nel ms. H VI 123 della Comunale di Siena tra le epistole XV e XVIII del Bocc. col titolo Carmina domini Iohannis (c. 122 r), e di lì pubblicato per inedito e genuino dall’Hortis4; anche ultimamente gli attribuí incerta autenticitá il Wilkins5, a cui sfuggiva



  1. Nella I redazione cosí si esprime: «Edidit insuper... quamplures epistolas nexu vagas, et alias que librato pede procederent, non parvi apud peritos pretii», e poco diversamente nella II: «Edidit insuper... epistolas quamplures, aliquas nexu pedum ligatas, aliquas solutas et vagas, non parvi omnes pretii penes doctos» (cfr. Solerti, Le Vite di Dante, Petrarca e Bocc., p. 674 sg., e n. 1 a p. 675). Anche Giannozzo Manetti ricordò che il Bocc. «nonnullas etiam epistolas carminibus edidit» (ivi, p. 688).
  2. In un recente saggio bibliografico E. H. Wilkins non ne indica che tre, ai quali possiamo dare per quarto quello ch’egli chiamò «earlier form of Eclogue III», ossia il II degli otto da me raccolti (cfr. An introductory Boccaccio bibliography, nel Philological Quarterly, VI [1927], pp. 117-8).
  3. Presso il Narducci (Di un Catalogo cit., p. 11) si trova registrato anche un Carmen de passione Christi, titolo che potrebbe far pensare ad un carme latino; si tratta invece dell’insulso poemetto O increata maestá di Dio, malamente attribuito, com’è noto, al Bocc. e del quale non è da occuparci qui.
  4. Studj cit., pp. 350-1; cfr. anche p. 309.
  5. Art. cit., p. 120.