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Rime 85

     Che, quanto meno spero, è più cocente?
     So1 si dovria cotal amor lasciare;
     Ma, non potendo, moro di dolore,
     Cagion essendo voi del fin dolente.


XVLIII.


Dice con meco l’anima tal volta:
     Come potevi tu già mai sperare
     Che, dove Bacco può, quel che vuol, fare,
     Et Cerere v’abbonda in copia molta,
     Et dove fu Parthenope sepolta2,5
     Ov’anchor le syrene uson cantare,
     Amor fede honestà potesse stare
     O fosse alcuna santità raccolta?
Et, stu ’l vedevi, come t’occuparo
     I fals’occhi di questa, che non t’ama,10
     Et la qual tu con tanta fede segui?
     Destati omai, et fuggi il lito avaro,
     Fuggi colei che la tua morte brama.
     Che fai? che pensi? ché non ti dilegui?


XLIX.


Son certi augei sì vaghi della luce,
     Ch’avendogli la notte già riposti
     Nel lor albergo et dentro a sé nascosti,
     Desti da picciol suono, ove traluce


  1. È sottintesa, al solito, la congiunzione che.
  2. A Napoli; cfr. XXXVI, 1-8.