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104 Giovanni Boccacci

La Vanna di Filippo1, Primavera
     Da tal conosci tu degna chiamata2,
     Vedila poi seguir nostra bandiera.
Allato allato a llei vedi honorata55
     Sismonda di Francesco Baroncelli3,
     E poi, appresso lei, acompagnata
Niccolosa è di Tedice Manoelli4
     Insieme appresso con Bartolomea
     Di Giovanni5: Beatrice cre’ s’apelli6.60
E benché ’n fine della danza stea,
     Non è men bella, ma vien per riscossa,
     Come tu vedi — ; et io ben lo vedea.
Tacquesi allora, e lla danza fu mossa
     Sopra bei fiori e sotto verde fronda,65
     Che a’ raggi solar toglieva possa.


  1. Filippo di Bartolo Filippi, priore nel 1361, ebbe in moglie una Vanna che, celebrata anche dal Pucci, è assai probabilmente da identificare con la donna di cui si parla qui.
  2. «Degnamente chiamata Primavera da tal che tu conosci»: potrebbe in queste parole alludersi ad Antonio Pucci, amico del Boccacci (cfr. il son. LXXXI), che nel suo serventese ‘usa per monna Vanna espressioni così apertamente soggettive, in contrasto con la qualità degli elogi che fa a tutte le altre da lui ricordate, che non repugnerebbe immaginare nelle parole del nostro poeta una tal quale allusione alle simpatie dell’amico’ (Il servent. boccaccesco cit., p. 63).
  3. Gismonda di messer Francesco Scali fu moglie di Francesco di Tano Baroncelli.
  4. Tedice Manovelli, priore nove volte dal 1283 al 1318 e gonfaloniere di giustizia nel 1301, fu il padre di Niccolosa, che sposò innanzi al 1335 messer Tommaso di Tegghiaio Altoviti.
  5. È probabilmente la Bartolomea figlia di Gherardino Gianni o di Gianni (priore quattro volte tra il 1313 e il ’30), moglie di Nastagio di Lapo Bucelli morto nel 1352; la nomina tra le altre belle il serventese del Pucci.
  6. «Credo che s’appelli.»