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Rime 121

LXXIX.

RISPOSTA DI MESSER GIOVANNI BOCCACCI1.


L’antiquo padre, il cui primo delicto
     Ne fu cagion di morte et di sospiri2,
     Pose assai poco modo ai suoi desiri,
     Essendo stato pur allor descripto3.
     Ma quel ritroso popul, che d’Egipto5
     Non senza affanno uscì dopo i martiri4,
     Bench’ei vedessi mille facti miri5,
     Rade volte seguì consiglio dritto.
Per che in noi, se de le cose electe6
     Più lontan siamo, seguitar misura10
     Del ciel men grava all’anime perfecte7.
     Et, benché spesso semplice paura
     Solare eclypse o squarciar nuvolette
     Faccia8, chi ’l sente poco se ne cura.
Quel che morì per trarne di servaggio915
     Mercé n’avrà per lo cammin selvaggio.

  1. Si trovava in Forlì sin dalla fine del 1347; e nel tempo stesso, all’incirca, in cui fu scritta questa tenzone, ne scambiava con Cecco de’ Rossi un’altra in carmi bucolici latini.
  2. Adamo.
  3. «Creato.»
  4. Gli Ebrei.
  5. «Meravigliosi, portentosi.»
  6. Come furono il primo uomo e il popolo d’Israele.
  7. «All’anime perfette è meno gravoso seguitare in sé i moti del cielo.»
  8. «Benché spesso gli eclissi solari o i fulmini (squarciar nuvolette) si limitino a dar un innocuo spavento.»
  9. Cristo.