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Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/117

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capitolo xxi. 113

con che arme gli potesse nuocere. E primieramente gli comandò che egli s’ornasse le dita delle mani, e che egli si ungesse la testa con unguenti Cipriani, che egli si pettinasse i capelli, e ungesse la irsuta barba, e ornassesi con fanciullesche ghirlande e con la mitria Meonia. Più, gl’impose1 che egli si vestisse di porpora e di veste delicate; pensando quella giovinetta, molto più aver fatto con l’inganno d’avere invilito sì robusto uomo con le lascivie, che averlo morto col ferro e col veleno. E certo non pensando avere assai fatto alla sua indignazione2, tanto operò in lui, che condusse quello dato alle delicatezze, che eziandio tra le femminette, a modo di femmina sedendo, contava le favole delle sue Fatiche; e pigliando i fusi filava la lana con rocca; e le dita3, che erano state dure a uccidere i serpenti, essendo egli nella forte età, le faceva morbide a filare la lana. E cer-

  1. Cod. Cass. più gli empiessi che egli si vestisse. Test. Lat. praecepit induere.
  2. Test. Lat. satis suae indignationi satisfactum.
  3. Le parole tanto operò in lui tolte dal Betussi erano necessarie all’interezza del senso.