con che arme gli potesse nuocere. E primieramente gli comandò che egli s’ornasse le dita delle mani, e che egli si ungesse la testa con unguenti Cipriani, che egli si pettinasse i capelli, e ungesse la irsuta barba, e ornassesi con fanciullesche ghirlande e con la mitria Meonia. Più, gl’impose1 che egli si vestisse di porpora e di veste delicate; pensando quella giovinetta, molto più aver fatto con l’inganno d’avere invilito sì robusto uomo con le lascivie, che averlo morto col ferro e col veleno. E certo non pensando avere assai fatto alla sua indignazione2, tanto operò in lui, che condusse quello dato alle delicatezze, che eziandio tra le femminette, a modo di femmina sedendo, contava le favole delle sue Fatiche; e pigliando i fusi filava la lana con rocca; e le dita3, che erano state dure a uccidere i serpenti, essendo egli nella forte età, le faceva morbide a filare la lana. E cer-
- ↑ Cod. Cass. più gli empiessi che egli si vestisse. Test. Lat. praecepit induere.
- ↑ Test. Lat. satis suae indignationi satisfactum.
- ↑ Le parole tanto operò in lui tolte dal Betussi erano necessarie all’interezza del senso.