Vai al contenuto

Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/130

Da Wikisource.
126 nicostrata,

ranti alla sepoltura. E finalmente se le femmine sollecite per ingegno o per industria o per divinità sono valenti, che si dea pensare delli miseri uomini li quali hanno attitudine a tutte le cose? se eglino cacciano la viltà dell’animo, certamente arrivano a quella Deità. Piangano dunque e avviliscano quegli i quali per la pigrizia perdono si gran bene; e confessino, sè essere pietre animate tra gli uomini; la qual cosa sarà, confessando1 egli senza lingua lo suo peccato.

Capitolo XXV

Nicostrata, chiamata Carmenta

Nicostrata, la quale poi fu chiamata Carmenta in Italia, fu figliuola di Iano, re d’Arcadia, e secondo altri fu sua nuora. E non fu solamente maravigliosa di reame, ma fu ammaestrata in litteratura greca; e fu di sì sottile ingegno, che con sollecito studio imperò infino all’arte del vaticinio, intanto che di-

  1. Test. Lat. quod fiet dum suum crimen confitebuntur elingues.