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Pagina:Boccaccio - De claris mulieribus.djvu/339

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capitolo lxxvii. 335

tanente l’audacia moltiplicata da alcuna matta opinione; per la quale dicono essere decente quello che piace; e poichè sono andate una volta, affatichiamoci indarno che non sia bruttato l’onore delle fanciulle, e che non sia messa giuso la vergogna della fronte, e di ritrarre quelle caduche; poi non solamente le femmine si fanno incontro alla lussuria degli uomini, ma elleno gli stimolano ancora. Sempronia fu cupida di moneta sommamente; e come ell’era cupida d’acquistare vituperosamente, così era larghissima a compiacere a ogni scellerata cosa, intanto che non servava alcuno modo in avarizia o in prodigalità. Mortale male è in alcuna donna la cupidità della moneta, e manifestissimo testimonio di vietato peccato; e così è da vituperare la prodigalità, la quale quante volte l’entra nell’animo contrario a sè naturalmente, come quello d’una femmina, la quale per natura dee essere scarsa, non si può avere alcuna speranza di salute senza povertà. Dell’onestà e di sue ricchezze è fatto, perchè non cessano infino che non arrivano ad estrema vergogna e miseria. Fare masserizie attiene alle donne, e a quelle tocca servare drento la casa quello che